Pègaso - anno I - n. 8 - agosto 1929

1 gatti 175 da che parte vengono?», diceva tra sé; e si fermava illlcuriosito sull'orlo della strada maestra, dalla parte dei campi, col mezzo sigaro in bocca e i due piccoli occhi rivolti in su verso le nuvole, come se da quella parte soltanto fossero potuti venire. « Dalla città, no, che è troppo lontam.a; dalle case del monte illemmeno, che in ogni modo son poche. Da dove diavolo vengono ? >> «Bestiacce!>> - diceva su bito dopo , attraversata la strada e battendo forte i piedi in terra, davam.ti al cancello della villa, per buttar via la mota - «bestiac ce!>). •M a quando er.a nel viale den– tro il 00/Ilcello e se li vedeva tra i ,piedi, lo prendeva un senso di am.tipatia furiosa e insieme di vago timore, come se qualche cosa di male fosse potuto capitargli e si metteva a scacciarli ad alta voce con grida curiose : « miscicà, frustichi.. .. >> o a dar pedate alla cieca, . illel buio. La villa sta a un duecento passi dalla strad'a, più su, e dalla parte del monte ha un curioso i111trigodi terrazzine e di scale esteme, che scendono a un orto. Questo, mezzo orto e mezzo giar– dino, è pieno di muretti senza nesso, forse avanzi di antiche sud– divisioni litigiose, e ha nel mezzo tre o quattro casupole che u111 tempo, quando la casa era abitata, potevano essere canili o pollai. Di là dall'orto, là vista sprofonda ,all'improvviso irn uno scoscendi– mento pauroso, per .poi riattaccarsi al rmonte, che di là risale, come se nulla fosse stato, tutto compatto e tmnquillo fino alla cima. « N 01I1 c'è da fidarsi.... son bestiacce», diceva nel buio la voce del vecchio, girando dietro la villa, dalla parte delle scale e del- 1'orto. Lì, qualcuna di quelle bestie che erano già arrivate, sal– tava giù dai muretti e si sentiva, senza vedere, il tonfo delle zampe morbide sulla terra umid'a; qualche altra passava via dondolam.dosi fra !'erbacce e i sassi, senza curarsi di lui. ... Il vecchio arrivava ai piedi della scala di mezzo, e prima di co– minciare a salire, guardava in su : l'intrico delle rilllghiere e le coo - nessure della calce fra gli scalini mettevano a quel punto UIIl che di bianco di froillte al resto del casamento, che era 1I1elbuio. « La scala santa!>> - diceva, giudicalildone con un sospiro l'altezza, come se fosse stata l'ultima fatica del giorno; ma poi attaccava a salir rapido, ché era ancora in gamba. Arrivato in cima, la rin– ghiera s'apriva ilil u111a specie di loggia, in foilldo alla quale c'era una stanzucola. Il vecchio ne ap·riva la porta, accendeva, dentro, u111acandela; ma quasi sempre riusciva, e se il tempo non era cattivo, si metteva a finir la fumata, appoggiato alla rilllghiera. Era allora il momento che qualcuna di quelle bestie, attratte dal lume, sbucava su, COIIl i due piccoli globi gialli, dal buio delle scale, e avrebbe voluto attraversare la loggia con l'intenzione di entrare.... « Non mi fido» - diceva subito il vecchio, e am.dava lesto a chiuder la porta. « Ma chi diavolo li porta da queste parti? ibliotecaGino Bianco

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