Pègaso - anno I - n. 8 - agosto 1929

172 G. Doria tante ed interprete nel marchese Pareto il quale ed a principio ei all'ul– timo e in ogni occorrenza ha dette parole caldissime ; e quando si licen– ziava dalla sezione di geologia di cui e!'a presidente, dopo molte e belle parole concluse dicendo che Genova era lieta di av,er potuto aecogliere i dotti italiani appunto in quest'anno 1846 in cui si compie un secolo dopo la cacciata degli invasori stranieri: ed aggiungeva che da questo fatt9 e da questa memoria che dura vivissima gli Italiani debbon prendere a-rgo– mento a credere che ogniqualvolta Genova sarà chiamata contro i nemici essa risponderà indubitatamente all'appello. Vi lascio immaginare il rumore dei plausi che allora si levò, e che si è ripetuto tutte le volte che più o meno direttamente è stata toccata questa corda. Anche il Papa ha avuto non piccola parte nelle diqerie e nei plausi. Il Masi lo ha celebrato con poesie estemporanee alle mense comuni. Il Principe di Oanino lo celebrò nell'adunanza generale del primo giorno, e poi contra– dicendosi nell'adunanza per la scelta della città che deve esser sede del Congresso nel 1848 si sforzò di provare che non si doveva scegliere niuua città degli 1Stati Pontifici, e propose Palermo. Ma fu a.ffogato dagli urli di tutta l'udienza la quale non gli permise di ,finire il suo discorso ed elesse Bologna a gran maggiorità di voti. E a questo resultato si andò perché era corsa voce che vi fossero mene e intrighi gesuitici, come lo faeevano· supporre anche le parole del Presidente . .... I nobili Genovesi !i.anno fatto sfoggio delle loro ricchezze in feste e in conviti. Alcuni di questi vecchi. nobili fanno il liberal.e, ma dalle loro pàrole e dai loro fatti traspira un municipalismo smodato : si ,ede bene che scopo ultimo dei loro desideri sarebbe di tornare a esser dogi. All'incontro la gioventù spinge i sUoi pensieri a .fine più lontano e più gene·roso: e ciò si rileva dagli scritti di alcuni, e dalle parole di molti. Tutti poi o quasi tutti sono increduli a.ne speranze cb,e fecero gran rumore or sono pochi mesi. In questa occ orrenz a si sono pubblicati molti libri tendenti tutti a mettere in più chiara luce le cose di Genova : libri alcuni buoni, alcuni cattivi perché guastati da grette idee di muni– cipalismo. Era bello il parlare di Colombo, ma ai miei orecchi fu intol– lerabile il sentire il di 2-7 quando si inaugurava in faecia al convegno degli Italiani la prima pietra del monumento di Colombo, il sentire dico cantare un coro in cui tra l'altre erano queste strofe: Intendi o Sole dei prossimi eventi Lntendi oh ! Sol di Meloria ! disserra .Ai sapienti dell'Itala 'terra I portenti del prisco valor ! Da Genova il V3Jllirncci si recò a Marsiglia, e di lì a Livorno dove apprendeva gil"avi cose universitarie accadute a Pisa 1 ): •••• Il governo continua davvero per la via retrograda in• cui si è messo da un anno. Giorni sono furono richiamati i professori Centofanti e M.ontanelli dal Ministro deìi'interno il quale disse loro che cessassero 1 ) Vannucc-i a Ranieri, da Livorno, 10 novembre 1846. BibliotecaGino Bianco

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