Pègaso - anno I - n. 8 - agosto 1929
Il viaggio d'Italia 155 1 fluire continua sotto l'accavallarsi delle torbide onde, e adesso, dopo il cataclisma della guerra, molti tornamo a chiederle refrigerio, pace e salute, come si vede nell'architettura, nella scultura, nella pit– tura, nelle lettere che, rivoluzione o reazione, sono i ipiù certi indici d'una civiltà. Diminuire il numero dei turisti frettolosi? Torna già, dopo la guerra, ad, aumentare il numero dei visitatori tramquilli. Voglio dire che in Italia oggi gli spiriti più alti e coscienti vengono a cer– care quel che vi cercavano, e vi trovarono, Milton e Poussin, Goethe · e Shelley, Nietzsche e France: lllil ordine e Ulila quiete non appa– rente ma intima, non per sé soli ma amche pei loro simili, non solo per le loro passiooi e i loro dubbi ma pel riposo e l'avvenire del mondo. Sembra così che storia e cronaca si ricolleghino alla leggenda sotto la quale ancora una volta la scienza viene scoprendo la verità. Si dice infatti che una volta tra Francia e Spagna e Italia fosse terra e non mare, e che quella terra si chiamasse Tirrenide. Spro– fondò e non rimasero sopra l'acqua che i dorsi montami: la Corsica, la Sardegna, le Baleari da un lato, dall'altro l'Italia. Ma non · sprofondò d'un colpo. Scomiparve lentamente attraverso cataclismi, inoodazioni ed eruzioni, e i popoli race-0lsero su questa Italia che sovrastava alla rovina e agli abissi, i loro iddii, i loro geni, le loro più scelte ricchezze; quant'avevano di speranza e di fede nella finale salvezza e nell'immortalità; quanto a loro in quell'angoscia sembrò caipace di creare il futuro. E anche questo mi parrebbe pei propagamdisti un buoo argo– mento da pubbliche conferenze e da mamifesti murali. Ma anch'esso, s'intende, va trattato C-Olll garbo. UGO 0JETIT. BibliotecaGino Bìanco
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy