Pègaso - anno I - n. 8 - agosto 1929

150 U. Ojetti essa aveva perduta? E come ha fatto Michelangelo ad imitare i due angeli che stanno ai fianchi della tomba etrusca dei Volunni se ai suoi tempi questa era sconosciuta e sepolta nel ventre d'un monte? E come mai v'è nella pittura di Tiziano la scioltezza e la luce di talune ipitture pompeiane? Pare che da fiumi sotterranei ed eterni ripulluli ad ogni nuova primavera sul nostro suolo la, stessa acqua. In quali altri paesi corrono fiumi così prodigiosi? A ~orna l'incantesimo di questo passato si profonda nei millenni più lontano che altrove. Per questo Roma è la città sacra per anto– nomasia, la città dove l'infinito prende ,quasi un'apparenza uma– na e visibile, la città dove siede im trono il capo della religiollle più venerata e più antica. Dove altro sarebbe Egli tamto vicino al– l'eteooità ? . Il cielo più placido e più terso che dalla terra si possa contem– plare è disteso su questo intrico di civiltà mal sepolte e sempre rinascenti. Lassù tanta limpidezza, quaggiù tanto mistero. E anche questo contrasto ha finÒra legato all'Italia ,gli stranieri. A!Ilzipro– prio dove il passato è più folto, fondo e inestricabile, a Roma,. a Na– poli, in Sicilia, il cielo è più chiaro. Per dare un riposo agli occhi dlegli uomini stanchi di tentare il problema delle loro origÌIIli? Per consolare chi davamti a tanta storia si sente piccolo e sperduto ? O per ridere del nostro smarrimento? Sui paesi che hamno u1I1a loro civiltà unica e rettilinea, superba ma comprensibile e misurabile, come hanno la Germania, la Framcia, l'Inghilterra e la Russia, il cielo è i!Ilvece per molta parte dell'anlllo pallido e fosco. Chi no!Il ricorda il sospiro di Goethe nelle Elegie Romane? << Qùamto sono felice qui a R,oma quando penso al tempo i!Ilcui nel mio settentrione ero avvolto da U!Ilgiorno ci1I1ereoe il cielo torbido e g:riave pesava sulla mia llluca. >> E anche queste differenze si dlovr,ebbero dichia– rare ÌIIlquella propaganda, citando queste testimonianre. Difesa dall' Alpi, lavata da tre mari, distesa da nord a sud in una lu!Ilg·apenisola, l'Italia raccoglie tutti i climi e, 1I1ellastessa ora, tutte le stagioni, come racchiude dentro il suo suolo o allinea lungo le sue strade le reliquie di tutte le civiltà che hanno fatto l'intelligenza e lfl, coscienza e l'orgoglio dell'Europa. Il viaggio d'Italia è perciò in iscorcio il viaggio del mondo : del mondo che vale la pena di viaggiare. « Oe que j'aime à voir dans une ville) ce sont ses habitants J) scriveva Stendhal dall'Italia a sua sorella Pauline. Gli abitanti di questo ipaese chiaro e misterioso, leggero di desideri e grave. di gloria, sono sempre stati pei viaggiatori intelligenti un altro S[)et– tacolo senza confronto, e un'altra ragione di studio e spesso d'am– mirazione. Quando si sia imparata la diversità delle nostre regioni, delle nostre razze e delle nostre costumanze, presto si viene a BibliotecaGino Bianco

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