Pègaso - anno I - n. 8 - agosto 1929

ll viaggio d'Italia 149 prova anzi che la bellezza è il riflesso terreno della divinità, sta in questo suo mistero inviolabile e irriducibile, in questo residuo in– solubile, direbbe U!Il chimico, dopo che l'hai esamililata, pesata, mi– sul'ata, confrontata e descritta ilil numeri e parole. Il primo punto è proprio questo : che 111essunpaese del mondo è più misterioso di questa Italia che sembra tutta limpida e assolata, perché nessu111paese del mondo è fatto di tante civiltà sovrapposte, l'una 111ascosta dall'altra ma amche l'una 111atadall'altra. Mentre Venezia è l'ultima città anc6ra costruita su palafitte, Roma, Fi– renze, Vicenza, Verona, Bologna contililuano a dare agli uomini, dall'America all'Australia, i modelli più solidi e più nobili per le loro case nuovissime. La civiltà etrusca è u111 compendio di tutte le prime civiltà fiorite sul mare Egeo. V'è più Grecia in Italia che nena Grecia stessa: da Pesto a Girgenti, d'al museo di Firenze a quello di Palermo, dal museo Vaticano a quello di Napoli: templi, marmi, bronzi, vasi, monete. V'è più arte bisantina i!IlItalia da Ra– ven!Ila a Monreale, da Venezia a Palermo, che a Costantinopoli, a Salonicco, in Tessalia, in Russia. Civiltà fenicia, civiltà greca, civiltà etrusca, civiltà romana, civiltà bisantina, civiltà cristiana, civiltà mussulmama, qui s'allacciano e s'intrecciano e si c001fondono tanto indissolubilmente per formare dal mille in poi la civiltà ita,– liana che non v'è mente umana capace di sciogliere il groviglio delle cento radici al piede di quest'albero maestoso e sempre :fio– rito. Adl ogni passo 111ellecittà più ridenti ed amabili, nei musei più lumi.in.osi e @dinati, nelle campagne aride come sepolcreti di– stese intorno a Roma o lungo il mare degli Etruschi, que~to sacro mistero avvolge il viaggiatore. Da esso viene il primo incanto. Perché 1110n lo diciamo ? Non v'è bisogno che il viaggiatore sia u111 erudito per provare uno sgomento quasi religioso, come non occorre essere astro111omi per sentire l'infinito del cielo dietro il palpito delle stelle. Basta ch'egli abbia gli occhi aperti e un cuore d'uomo. È davanti a San Pietro in Vaticano; e il colonnato e il fron– tone gli aplPaiono opera d'un imperatore romano, non d'un papa. Guarda un sarcofago che contenne forse le ossa d'un martire : è Cristo o è Apollo l'uomo bellissimo seduto in trono tra due colonne? E della struttura, degli archi, delle colonne, delle sculture di San 1Marco a Venezia, che cosa è venuto d'oriente? Che cosa è romano? Che cosa è stato lavorato a Venezia da artisti greci ? Che cosa da veneziani? E quest'arco mussulmano scintillante d'oro dentro gl'in– tagli, come mai è venuto a incoronare la porta d'una basilica cri– stiana ? E il Battistero di Firenze è una fabbrica romana del quinto secolo o una fabbrica cristiana dell'undecimo ? E Duccio senese studiò pittura a Costantino1poli, o stando a Siena seppe da sé ridare alla pittura bisantina l'umama vita che nel sussiego di quella corte BibliotecaGino Bianco

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