Pègaso - anno I - n. 8 - agosto 1929

144 A. Caro XLVIII. Coloro che governano devono più tosto esser terribili di fatti che di parole, che cosi saranno meglio voluti e più stimati che coloro che, aspri di parole, son dolci di fatti : perciocché chi è aspro di parole lo suol essere con tutti, e perciò offende molte persone am.cor di quelle che non meritamo ripreinsione. Ma gli altri, con la terribi– lità de' fatti, solamente offendloolo i colpevoli che sono ordinaria– mente pochi, i quali l'odiiano a torto avendo il Giudice servito alla Giustizia.' . XLIX. Parerà strano, pure l'esperienza lo fa verissimo, ch'è necessario / essere più liberale e S!l)lendido e meno interessato servendo ad un Principe avaro che ad un magnanimo e liberale. Perché il Principe, che ha la virtù della liberalità, si pregia d'averla e in certa guisa gli dispiace il vedere ch'altri contendam.o in questa virtù. iMa l'Avaro al contrario ama il ministro liberale, perché non è molestato con paghe e aggravato con spese, e perché il Ministro cuOl()re,in certo modo, oon la sua liberalità, l'avarizia del Principe. Oltre di che, all'Avaro dispiace sempre l'Avaro. L. Non è dubbio che quando i sudditi perdono il rispetto al loro Principe, ogni cosa si turba e va sottoso[Pra. Ma io dico che non è minor male forse quando il Principe perda il rispetto a' suoi sud– diti, !Perché senza dubbio si fa tiranno, non stimando quello che si dica di lui. Anzi questo è maggior male, perciocché col suo proce– dere offende tutti, ma esso dall'altra parte, quando non è stimato, è offeso solamente da quelli che non lo stimano, e gli effetti sono peggiori quam:do il Principe è Tiranno che quando è sprezzato e poco stimato da' suoi popoli. LI. Al Principe Savio non dee dispiacere che i suoi Servitori (se nel resto son sufficienti e buoni) sieno risentiti quando si sentono bia– simare, perché questo è un segno che tengono conto della loro Riputazione e dell'Onore: dal che procede che cercano di portarsi bene per non sentirsi biasimare. Anzi quel Ministro che fa poco conto delle bravate del padrone e d'esser da lui biasimato, non servirà mai bene, come dovria, e non potrà trattar bene le cose del padrone : perché perde quel rispetto che deve al suo Signore, non istimando d'essere biasimato da lui; e non è stimato dagli altri, con danno del servigio del padrone. Biblioteca Gino Bianco

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