Pègaso - anno I - n. 8 - agosto 1929
Pensieri a ben vivere 141 XXXVII. Quelli che tanto s'offendono al sapere che si dica mal di loro al sicuro che non son Uomini di grande animo: 1 perciocché non v'h~ indizio più forte della grandezza d'animo, che non lasciarsi offen– dere e inquietare per simili cose. Il meglio è di non se ne risen– tire : perché se è vero il male che si dice, è bene noo lo fare più, se è falso, è bene il dissimularlo, essendo ancor cosa certa che per soffrir quelle cose che sogliono dispiacere, è un grande ajuto, anche a' Principi, il dissimularle. XXXVIII. Tre cose sono necessarie a fare un Uomo veramente prudente: la natura, l'uso, la dottrina. La natura val ipiù di tutte l'altre, mas– simamente se è accompagnata con la isperienza. E queste due va– gliono tanto che anco senza il terzo aiuto della dottrina molti han dato saggio di grandissima iprudenza. L'Argentone era Uomo idiota, e pure fu tanto savio. Tal fu ancora il Guicciardino, né si sa che fosse molto dlotto, ancorché Dottore. XXXIX. Mai né per amici, né per Padroni si dovria far cosa mala ; ma . stimar più l'onor di Dio e la propria salute che ogni altra cosa. Dico ancora che, salvate le dette cose, conviene non voler parer valente co' padroni, ma cedere loro in tutto e persuaderli che, sic– come è buona cosa l'essere sempre forte e costante massimamente in servigio de' ipadroni, cosi saria di svantaggio il voler esser tale co' padroni, appresso a' ,quali sarà sempre più stimato e accarezzato chi sarà debole con loro, che ogni altro che si voglia mostrar forte seco. Perciò la fortezza si deve usar con gli altri e la debolezza co' padroni, salvando sempre il primo princiipio dell'Onor di Dio e della propria salute. Molti che vogliono iparer forti e valenti s' in– ciampano : e siccome Salomone dice, che col grande non bisogna parer savio, cosi dico io il medesimo, di voler parer forte e co– stante con l'opinione incontro ad essi. XL. Per chi ha luogo princiipale appresso un Principe Savio, è buon mezzo da conservarselo il non far cosa dalla quale esso conosca che tu creda di potere assai con lui. E questo sarà in andar circospetto di non risolvere da te cosa importante; imperciocché oltre che puoi errare per gli accidenti, ai quali tutte le deliberazioni son soggette,
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