Pègaso - anno I - n. 8 - agosto 1929

La Stella del Nord 2Hi levò e,lasciò cadere tre voltr il battente. Rimbombarooo quei colpi 111ella cavità della porta, svegliando un cane che si mise ad abbaiare. Si ricordò di quel cane, Marcello. Era un piccolo terrier, bastardo. COIIl la coda e le orecchie lunghe, e una macchia sull'occhio, che si chiamava Boby. Una finestra si aprì con un rumore di vetri e una voce roca chiese chi fosse. - Gente! - rispose Marcello. Passarono alcuni minuti interminabili, poi si udì un passo molle e la porta si apri UIÌl poco, trattenuta dalla catena. L'oste guardò attraverso lo spiraglio come un guercio, vide che non Nano marinai e liberò l'imposta. Egli aveva anche allora la sua camicia di flanella, il suo ,grembiulino arrotolato intorno ai fianchi e le ciabatte di corda. - Lo scambierà per uno sguattero, - pensò Marcello. Egli era tornato verso la carrozza, e aiutava la sig,nora Celeste a discendere. Ma essa si copriva sempre il viso con il mantello, e .per ciò non vide né il locandiere, né l'ingresso della locanda, né le scale, mentre ne saliva rapidamente i gradini qua e là smozzicati; e, come se fosse passata attraverso una nuvola, si ritrovò seduta in una stanza che le sembrò immensa e vuota, nella luce scialba e gial– lastra d'una lampada impolverata. Un odore nauseante, di muschio e di sudicio, le sali al viso da un impiantito umidiccio, viscido, oscuro, di cui Marcello ad ogni passo fa~eva risonare i mattollli. Guardandosi attorno sgomenta, vide un alto e grande letto di ferro, alcune suppellettili disuguali sperdute i,n quel deserto, un catino bianco, una brocca posata illl terra; e tutto il freddo che aveva accumulato nel fondo della carrozza in quell'ora di fughe, le scivolò con brivido lUlllgo la schiena. - Mio Dio, - mormorò come trasognata, - dove siamo ? Dove mi hai portata? - Andiamo, andiamo, - disse Marcello, - ora non perdiamoci di coraggio. Dove volevi che ti portassi? In una reggia? - No, no, - rispose la signora Celeste con voce sommessa, - ma che freddo fa qui ! Come tutto è orribile e triste ! - Sfido! Sei nuda, - disse Marcello : - Spogliati, e a letto ti scalderai. La signora Celeste si volse a guardare il letto che era alle sue spalle. - Non importa, - mormorò poi umilmente, - sooo contenta cosi. È già tardi, e farà giorno fra poco. Re,sterò qui, su questa poltrona. - Come ! Qui vuoi restare ? - esclamò Marcello : - E per tutta la notte ? Bel principio, non c'è che dire ! Egli andò verso il letto e rovesciò le coperte. - È un letto come tutti gli altri - soggiunse, battendo le palme ibllotecaGino Bianco

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