Pègaso - anno I - n. 8 - agosto 1929

214 U. Fracchia con l'insegna: Albergo-Hotel, ma inon erano propriamente un al– bergo. Erano una specie d'albergo. Quaindo arriv~va i~ porto qual: che vecchio rimorchiatore o uin piroscafo carico d1 carboine, 1 mariinai andavano a passar volentieri una 1I1otte all'Albergo delle Tre Marie. Essi si sedevano ad una tavola rotonda, nella sala del piain terreno, cavavano di sotto il cappotto cerato ullla bottiglia col– l'etichetta iingiallita, e ve la posavaino nel mezzo con un colpo, come se diversamente inon potesse reggersi in piedi. Sulla tavola era di– steso un vecchio tappeto macchiato d'inchiostro e di villlo, con la frangia strappata; la tappezzeria delle pareti era scura, a fiorami verdastri, il soffitto era basso e iincurvato, in un angolo U1I1 lumicino brillava in un bicchiere sotto l'imma,gine della Madonllla di Monte– nero, e sul cornicione d'una credooza a vetri era posato un mo– dellino di bastimento, coin un albero rotto e le velucce accartocciate. In questa credenza a vetri si vedevano piatti e bicchieri d'ogni forma e colore, boccali e scatole di conserva, e l' a lbergato re aprendo ullla delle imposte, prendeva con una mano sola tam.ti bic– chieri quainti ne ocoorrevano, e li posava in U1I1 mucc hio sulla tavola, accanto alla bottiglia. Era un individuo tacitur.no, dall'occhio lo– sco, d'un'età indefinibile, calvo, con le spalle t01I1de,una camicia d'i flainella, un piccolo grembiule verde sempre arrotolato sul fianco e fermato al legaccio, e aveva il passo silenzioso perché IIlOIIl portava che ciabatte di corda. I marinai accendevano le loro corte pipe, e si mettevano a fumare. U111a tenda verde nascondeva una porta, e di là usciva una ragazza, o due, o tre anche, tutte iin una volta, o .magari a distainza di un'ora l'una dall'altra, e si andavano a sedere fra i marinai, dopo averli scrutati, preferend'o le vecchie oonoscooze, o scegliendo secondo le simpatie del momento. Coin le braccia nude appoggiate all'orlo della tavola, aspettavano. Sem– brava sempre che si svegliassero allora dal sonno. I loro visi erano stanchi e sfatti, i loro capelli iin disordine, e gli abiti, ai quali man– cava sempre un bottone, cadevano loro dalle spalle. I marinai incomiinciavano a discorrere lootamente, di cose di– stanti, come durante ullla lllillga navigazione; e, levando gli occhi al. soffitto, pareva d'i vedere la lampada appesa al filo dondolarsi al rollio d'un mare aperto e senza vento. Versavano il liquore 1I1ei bic– chieri, li vuotavano buttando indietro il capo, d'un fiato. Facevano saltare sulla tavola qualche m01I1etad'oro, e le ragazze se la passa– vamo di mano in mano, guardando con curiosità il c01I1io e le figure leggendo stentatamente e storpiandola qualche parola impossibile'. Marcello nOIIlera Ulllmarinaio, non si poteva 111emmeno dire di casa, ma qualche volta l'aveva vista quella locanda. Ci sono donne che si desideramo e di cui ci si vergogna. Questo accade spesso aoli uomini come Marcello. La carrozza si fermò in fondo al vicolo che si chiama appunto delle Tre Marie, Marcello ne d'iscese solo, sol- BibliotecaGino Bianco

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