Pègaso - anno I - n. 8 - agosto 1929

La Stella del Nord 213 Ma il giardilllo era molto vasto, dopo il giardino c'era un orto grrun– dissimo, poi persilllo un laghetto e un bosco d'acacie, UJil rustico e una specie di piccola garenna, dove il vecchio conte Pepi, buon'ani– ma, allevava i suoi conigli selvatici. Allora furo1Bo fatte portare dalle scuderie alcune lanteme, si divise ro, S'ervi, padroo.i e ospiti, in diversi gruppi, e si misero a cerca.re per il giardino. La notte era. fredda, spirava -runche un po' di vento dalle mon– tagne, ma appunto per ciò le stelle e un quarticello· di luna l,ril– lavano limpide come di primavera Ìlil quel cielo snebbiato. Non lo .poteva vedere la signora Celeste, perché la carrozza aveva il mrun– tice chiuso, e anche perché, lascirundosi sballottare dai salti che le vecchie ruote facevam.o sulle pietre della strada, essa teneva gli occhi chiusi e il viso nascosto in un lembo del suo mantello. - Non potevi deciderti in un momento migliore ! - diceva Mar– cello, battendosi irosameinte il pugno sulle ginocchia. - Dio mi maledica, se so dove portarti. Ri alzò, andò a battere il capo oontro la schieina del cocchier<>, e gli gridò: - Alla Croce di Ferro ! - No, no, - esclamò la signora Celeste, afferrandolo per un braccio, - ti ho detto di no. Torniamo indietro, piuttosto. Ricon– ducimi a casa. Allora egli disse : - Alle Marie ! - e si lasciò ricadere pesan - temente sopra il Se{lile. Erruno, le Tre Marie, il più illlfimo fra gli infimi alberghi della città, ma alla Croce di Ferro la signora Celeste non voleva andare, e tutti gli altri meno peggio erano occupati fino alle soffitte dai signori ufficiali. Quella specie di via cru,cis durava da più d'un'ora. La carrozza rotolava sgam.gheratamente per quelle strade buie e deserte, infilava un vicolo, si fermava dinam.zi ad una porta sulla quale pendeva una fiqca 1-runterna.Pri ma che l' imposta si aprisse, passava un quarto d'ora, si mostrava poi la faccia assonnata di un vecchio portiere soamiciato, nel fondo, dietro le sue spalle, in -ima luce sepolcrale, si vedeva balenare una scala ooperta d'una guida lurida e consU!Ilta. Qui gli ufficiali erano già tornati dalla festa, là tornavano proprio allora. Venivano avanti lungo il mar– ciapiede, ridendo e parlando ad alta voce, l'Ulllocercando di strap– pare all'altro un fazzoletto profumato che era il pegno di una pro– metteinte conquista, quella dell'uno si chiamava tMaria, quella del– l'altro Luisina, ed essi ripetevano quei nomi facendo la vooe bianca, come se Luisina e Maria dovessero affacciarsi ad una di quelle finestre. Il vecchio portiere barbugliava una risposta che toglieva ogni speranza d'asilo ai due fuggiaschi, e bisognava andarsene al trotto per non esser scoperti e riconosciuti alla luoe della lanterna. Anche le Tre Jfarie•avevano la loro brava lanterna sulla porta, lioteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy