Pègaso - anno I - n. 7 - luglio 1929

La Stella del .N.ord • 85 - Signore Iddtio,' - pensava levando gli occhi ai rami del :fico, attrayerso i quali passava quella scarsa luce, - sooo così sicuro ' che sotto i miei piedi scorre il più bel :filone di rame che si sia mai visto al mondo, e che tutto si riduce alla fatica di scavare, :finché non si sia trovato, ne sono così sicuro, mio Dio, che, se così non fosse, se ora pensassi il falso, d'ovrei credere che Voi avete voluto fare di me un mistificatore, un bugiardo, un furfante, una creatura ignobile e vile come tutte le altre, vedermi disonorato, deriso, e coperto di vergogna anche dinanzi a mio :figlio. Perdonami, .Mas– simo, figlio mio! Non arrossire di tuo padre! No111 accusarlo! Aiuta– temi Voi, mio Dio: 1110n m'aibbandonate. Abbassò il capo umilmente e chiuse gli occhi per n'on vedere quelle belle pietre dorate e Ìlllargentate che erano rimaste sparse per terra sull'Ìlllgresso della grotta. Chi lo· avesse sorpreso in quel momento avrebbe sorriso di lui, pensando che egli immagÌlllasse di essere un romito tornato di Terra Santa con la reliquia del Sepol– cro, e di vivere, in quella -spelooca, di'acqua e di radici. Il conte Roberto e Marcello, allungando di poco la strada con la loro carrozza, lasciaro1110,Massimo dÌlllanzi al cancello di casa sua. Il conte Roberto. volle che il cocchiere facesse schioccare la frusta, per richiamare l'attenzione della signora Celeste e della, signorina Alessandra. Era già quasi buio e le :finestre del pian terreno s' intraved:evano illuminate attraverso il fogliame della caru.cellata. U111a :finestra si aprì con un rumore di vetri, e si udì 1a, voce della signora Celeste chiedere allegramente: - Chi è? Siete voi della montagna? - Siarp.o noi, siamo noi! - rispose il conte Roberto nel suo canoro falsetto. Subitç> dopo s'udì rnn passo saltellante sulla ghiaia del giardino, uno dei battenti del cancello si schiuse lentamente, e la siglllora Celeste, vestita di chiaro, si affacciò sulla strada. - Buona gita? - chiese. -'- Eccellente, ~ gli fu risposto. - E tu, Stefano? - No, niente Stefano. ·Stefano IIlOlll c'è. Stefano ha trovato u1Raninfa e si è smarrito nei boschi. - Oh, peggio per lui ! - esclamò la signora Celeste. - Certo, peggio per lui! - disse il conte Roberto : - È lui che ci perde. - E Massimo? - Eccomi, mamma. - Ah, tu ci sei, tu non l'hai trovata UIIla 111Ìll1.fa ! - Si potrebbe almeno salutare la signorÌllla Alessandra ? chiese Marcello con ironia. - È fuori, noo è ancora tornata, - rispose la signora Celeste. BibliotecaGino,Bianco

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