Pègaso - anno I - n. 7 - luglio 1929

Disavventure teatraU del Fogazzaro 43 affermare che a suo avviso il lavorò è maturo per il teatro, ma lo concede mosso da sentimenti pietosi. Del resto, tornando alla Borisi, Lei vada a sentirla, scriva al Fogazzaro pregandolo di fare UD!l( corsa a Milano, in incognito, per giudicare di questa sua interprete. Cattiva ad ogni modo, questa non può essere, perché Lei è disposto a darle il lavoro, dopo l'esperimento del Benini. Pensi il Fogazzaro al bene che ci farà, pensi che gli attori metteranno uno zelo straordinario a quella rappresen- tazione. , Per farla breve, ho promesso di scriverti il pro e il contro. Io intanto andrò stasera e domani a sentir la Borisi, che, devo pur dirtelo, il Bertolazzi, autore dialettale pieno di giudizio, stima che, a far la Contessa, sia più chiamata che la Zanon. E se tu volessi fare subito una corsa a Milano, sarebbe ottima cosa, perché ritengo io pure, che quando l'attrice sia rassicurante, trattandosi di un primo esperimento, e di un lavoro che tu non destinavi alle scene, l'occasione sia ottima. Il brano reca anche, come si vede,, la confessione preziosa che il bozzetto non dovesse, secondo l'originaria intenzione dell'autore, essere rappresentato. Tutto ciò scriveva il Giacosa il 27 gennaio ; e il 7 febbraio, due sere prima della recita al Manzoni, tornando dalle prove : « Quelle scene risaltano sul teatro con una efficacia straordinaria!>>. Le cose andarono poi per modo, da autorizzare la nostra fa– cile esperienza di posteri a questo asserto: quel fondamento di realismo brutale e quel velo di amaro riso, i quali costituiscono il fascino letterario del Garofolo rosso J sono pressoché intraducibili in teatro. Meglio : artisti eccellenti (e comunque una compagnia Benini piuttosto che una compagnia Zago) potranno renderli· sul palcoscenico ; ma come reagirà la platea ? Difficile imporre al pubblico una ilarità imbrigliata e una repug,nanza sorridente : il pubblico troverà falso il riso e rivoltante il realismo che gli sta sotto. Fallito il primo esperimento, il Giacosa non volle però saperne di rinunce; e portò il Fogazzaro a una nuova sconfitta. Il lavoro già pronto, cui alludeva la lettera del 7 gennaio 1902, era il Ritratto rnasoherato} scritto dal Fogazzaro fin, dal dicembre dell'anno prima per 1a Neue Freie Presse di Vienna; e [)Oiché, a giudizio del Giacosa, « la pubblicazione in tedesco, in nulla poteva nuocere a quella in italiano» (lettera del 14 gennaio 1902), l'autore cedeva all'invito di 'darlo alla Lettura,. nell'intesa che non fosse 1 pubblicato prima del l° marzo, per non mancare all'impegno as- sunto in proposito col giornale viennese. 1 · ' Ap[>ena ricevutolo nella sua qualità di direttore della rivista italiana, il Qjacosa scriveva ali' amico un biglietto entusiastico (18 gennaio 1902), e chiedeva il permesso di parlare senz'altro per ibliotecaGino Bianco

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