Pègaso - anno I - n. 7 - luglio 1929
La bella stagione del Verga 35 tisti; è avvenuto pure, tra i pittori della sua generazione, al Mi– chetti, la cui vita spirituale ripete quasi la stessa curva. Anch'egli, a ulll certo punto, aveva cessato di dipilllgere; attendeva il suo giu– dizio dal tempo, ma nolll era più nella vita. La vita è istinto di rin– nova.mento perenllle, e non la fermerebbe nemmooo Giosuè che fer– mava il sole. Il pubblico cb.e dimenticava il Verga/ lllon era un di– soccupato, un ozioso: proprio in quel decennio avea tutto da assi– milare il D' AnnUtnzio più ampio dell'età media, avea da sentire alcunchè di fresco nel primo contatto col Pascoli, avea da subire la iniziazione rapida a Utniainaspettata e séOIIlcertante diversità di grandi spiriti, Dostoievski, Tolstoi, Ibsen, Nietzsche, France, Bar– rès, ·Hauptmann, '8trindberg, Shaw, Kipling e ,il primo Gorki. Aveva da mutare la sua rotta fino a portarsi, nello spazio di un de– cennio, dal materialismo alla soglia d'el 'Pragmatismo. Era Ulllbel cumulo di lavoro; non.c'era tempo di voltarsi mdietro: o per me– glio dire, bisognava voltarsi illldietro per una quantità di altri re– pentini richiami : oggi lo Zibaldone del Leopardi venuto alla luce; domani il ripubblicato romrunzo di Ippolito Nievo; e, da diGverco– noscere, tutto Stendhal e tutto Casrunova. Questa fu la vita attiva dell'età che dimenticò i Malavoglia, come aveva dimenticato, o quasi, L' Assommoir e La Terre : libri pochi anni mnanzi- squadernati come bibbie. Non tutte le genera– zioni possono far tutto, riconoscere tutto, compiere tutte le faticht, usare giustizia a tutti. Siete voi certi che oggi si usi giustizia a tutti gli autori di ieri? Ma neanche per sogno: ve llle ha di quelli, sui quali corre l'uso di alzar le spalle e di sputare l'aggettivo fa– stidito, che certamente trove_ranno un più posato giudizio negli scrupolosi posteri. Sul Verga, comunque, nessuno sputò, lllessuno isfogò la sua acidità oostituzioinale. La trascuranza ebbe verso di lui ogni forma esteriore di cortesia. Forse fu peggio; ma fu così. Au– tore nOIIlpiù operoso, non più letto, divenuto per il pubblico e per i letterati stessi poco più di un nome, era trattato sempre con Ullla , cèrta deferenza, come taluno che stesse fasciato, custodito Olllorata– mente, 1I1elle droghe, nel pepe, nella canfora, nolll bene ceduto alla morte, ancorché· coperto di terra, in attesa che si avesse il tempQ di l'ipig}iarlo per guardarlo un po' meglio. Come dli.fatti avvenllle. Di ciò per altro non ho qui oo occuparmi : essendomi proposto soltamto di guardare ib un po' meglio, aiutandomi coi ricordi della mia età giovanile, la bella stagione che egli ebbe pure tra gli uommi, di notorietà, di stima e di seguito, prima ohe inconµm.ciasse la sua mummifì.caziollle,vale a dire quando IIlOnsoltanto era vivo, ma ope- .il'ava da vivo e in piena vita. Tanto perché 11101I1 prenda troppo corpo Ja leggenda di UIIl Verga -sempre impop9lare e disconosciuto. SILVIO BlllNCO. Bibl1ott]ca Gino Bianco
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