Pègaso - anno I - n. 7 - luglio 1929
22 C. Alvaro fitto· la luce sottoli.tneava i solchi che si era fatti con le unghie ' . sulla o·uancia, paralleli come u111 tatuaggio. Nella strada la compagnia si disperse; ma 1 più in là, sull'altro marciapiede, si formò U111 gruppo dii curiosi intorno al prete e ai tre compao-ni. Molti passanti credettero trattarsi di perso111e che aves– sero ri~chiato di essere travolti da un automobile. Essi infatti ave– va1110 tirati fuori i fazzoletti, e asciugandosi il freddo sudore che li imperlava, pareva che 111asco111dessero una macchia di sangue. Un uomo piccolo e g,ramo, 000 due sopracciglia nere e forti intorno agli occhietti socchiusi, domandò: - A chi ha detto di voialtri tre ? - Il Ferro si volse inviperito : - A chi vuoi che abbia detto ? La vuoi smettere, uccello di malaugurio? La vuoi finire? Vuoi ché ti prenda a pugni ? - Lo aveva preso per i risvolti della giacca e lo scuoteva come un sacco vuoto. L'altro non opponeva. r,esiste111za, solo si tirava lltil poco indietro, come per toccarlo il meno possibile; 1 poi, quando il Ferro lo lasciò, l'omino si rassettò, si allontanò con un vago sorriso canzo111a,torio che era la sua vendetta. Il Ferro lo segui con gli occhi fino a che no111 lo vide svoltare strada, e i111- ta111tobrontolava che quello non era modo, che la gente a sentir parlare di disgrazie era presa dia una curiosità ig,nobile, che in– somma tutti andass,ero via, via, che li lasciassero soli, al loro de– sti.tno, via, via, via! Il gruppo dei curiosi si diradò, qualcU1110 con le mani nelle tasche rimase :per un poco a osservare i quattro con– dannati dall'altra parte del marciapiede, e riprese la sua strada soltanto dietro una .minaccia del Ferro. Alllche il prete scuoteva le mani a destra e a sinistra come per domandare éhe cosa volessero da lui. - :È l'una, - disse poi il prete guard3illdo l'orologio. (,ìuando furono soli .si guardarono. Il Mandorla era il solo che stava quieto, come se non fosse accaduto 111ulla; almeno all'aspetto. Stava, col naso fra i risvolti della giacca che si era tirata sul collo, contro il freddo che lo aveva preso più crudo e improvviso, e non fiatava innocente e tram.q_uillo, avvezzo ai colpi della fortullla. Ognuno guardava il viçino come .per leggergli in faccia che lui era il pred'estinato, e furono proprio questi .sguardi che semi.tnarono in ognuno l'incertezza e la diffidenza sul desti1110: si sentivamo legati tutti e tre, ormai, fino a che il temuto avvenimento si oompisse, e di quando in qua111do on un'occhiata si co111vincevaJilo di essere cia– scu1110 al suo posto, ciascuno ancora in piedi, ciascuno che resisteva allo sforzo, come se la vita la -tenessero fortemente i.in una. lotta suprema, e chi avesse avuto meno muscoli avrebbe ce duto ; anche i colpettini di tosse del Mamdorla dov~vano essere mezzi per sentirsi vivo: di quando in quando il prete soffiava più forte il suo respiro, come provando la macchina ancora efficiente dei suoi polmoni. Volsero or l'uno or l'altro gli occhi al cielo, dove le nuvole si BibliotecaGino Bianco
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