Pègaso - anno I - n. 7 - luglio 1929
I \ \ Ventiquattr'ore 21 / riva i luoghi frequentati da persone della sua stessa terra, vi ap– pariva come UI\ ,castigo, come la grandine nelle campagne e le folgori lllei boschi. Era bellissima, di struttura perfetta, dalle spalle ben larghe alle braccia lulllghe, al piede sottile e forte. La testa pj.ccola, dal profilo diritto, inverosimilmente piccola e giusta su un corpo tanto complesso,· era tutta fissata negli occhi grigi, che le lunghe ciglia circollldavano d'un'ombra come d'un velo, fra cui lo smalto bianco dell'occhio balenava duro e sibillilllo. La pupilla sembi'ava staccarsi e roteare come un astro, e i capelli bui e com– patti facevamo risaltare la pelle dorata della fronte e del viso. Quando il prete ebbe sentite le cose che si dicevano di costei, e ad ogni frase la guardava come per accertarsi che fosse lei, fino a che lllOn guardò più, .si batté la mamo sulla fronte esclamando : - Ma sì, me la ricordo, la colllosco filll da piccola, quando veniva alla dottrina. - Anche gli altri tre amici la sapevano per fama, e si guardarono fra di loro come dire : cc In che bel°mondo siamo ca– pi_tati.» Ma il cameriere che su un cenno del prete portò loro una pieta,nza, li distrasse, ed essi si misero a divorare a gara, tra oc– chiate di soddisfazione e di timore. Era chiaro che tutti si affret– tavano a termi111areil pasto senza volersene dar l'aria, presi alle sp~l1e da un nemico minaccioso, e di fronte il cibo che è cosi buo1110 a chi ne ha poco. Brevi ollldeggiamenti rispondevamo ai più piccoli · moti di quella donna, mentre verso la porta i tavoli si sgombera– vamo. Qualcuno che entrava in quel momento, inconscio del peri– colo, si guard'ava attorno ed era guardato come un attore distratto che nel colmo di Ullldramma traversi il palcoscenico credendo di aggirarsi ancora fra le quinte. La donna si volse a un tratto, forse richiamata dal silenzio improvviso che si era fatto, si fissò sul gruppo del prete e dei tre amici, disse qualche cosa in un lilllguaggio che parve a tutti una misteriosa accozzaglia di sillabe, puntò il dito. Il prete e i tre compag,rii, come colpiti da una fucilata a tra– dimento, portarono la mano al petto. - A chi ha d'etto ? - do– mandò qualcuno. Questa domanda parve tranquillare il prete e i suoi amici. La donna invece si stava accostando collllo sguardo :fisso, la mano levata, e un v~go sorriso che le storceva l'angolo della bocca. Come se una bomba fosse scoppiata nel mezzo dell'adu- 111ata,la sala si sgomberò mezza. Uno, tirando per un lembo della veste la idoruna, le domand'ò : - A chi avete detto ? - Ma nOlllebbe risposta. Nella confusiollle, il gruppo dei tre compagni col prete scomparvero, la sala si vuotò in un baleno, si senti il ticchettio del– l'orologio come se si fosse destato e cercasse di coprire con la sua voce quella solitudine e quel silenzio. La donna si passò la mano sulla fr0111te tornò al suo tavolino, intenta a filllire la sua pietanza. La luce della :finestra la investi a un certo punto del suo tragitto, ed ella apparve enorme,1 con la sua ombra 111era che toccava il sof- ianco
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