Pègaso - anno I - n. 7 - luglio 1929

A. GrnE, L'école des femmei 123 strano quell'eterno errare, - Quel danzare in cadenza d'altalena, - Quel rampicare per ignote scale - Sciolte o legate a Dio sa qual catena - Dondolando pel vuoto spazio - Il fanalino d'oro e di topazio!» Così, in Oome, o amore, i tardi frutti, l'allegria si svolge chiàra e senza fatica dentro le strofe mutevoli, e nessun difetto di costruzione viei;te ad interrompere. o a turbare il nostro godimento.· J.l quale, altre volte, si trova sàzi<;> anche di talune musiche sèm– plici, in cui il poeta sembra si goda a cantarellare con un ritmo quasi di danza, elevando a dignità d'arte e ad un significato superiore l'an– datura cli certe tiritere pei ragazzi: •« La nuvola in ·aria si perde, _:_ La collina luccica tutta, - I sentieri han l'erba verde - E la siepe stecchita ributta, - E l'azzurrognolo timo - Mette .fiori per il primo. » Poi, n ella strof a seguente, l'esclamazione gaia e stupita: « Dolce tempo, chiara grar.àa ! » Sono tocchi di musico esperto sopra una cetra dalle molte fila d'oro. Una volta, nel sentire il canto degli « uccelli sparsi in ospiti roseti >>, egli ricorda il detto degli antichi savi, secondo i quali entro i cuori dei cantori alati cc V.icono trasmigrate anime illuse - Di defunti poeti .... ». Così tocchi a lui la, hella sorte! « Passi il mio spirto dentro il C'orpicciuolo - D'un fringuello, d'un usignolo, - D'un ca.i·- . dcll.iuo.... >> Vorrebbe, insomma, essere la sua voce come quella delle creature che inconsapevoli riempiono il mondo di melodia. Quella, in– consapevolezza, sarebbe per un poeta il vero stato di grazia,. Ma chi mai d arriva? Diciamo tuttavia che Nova,ro ci si avvicina spesso, con felicità nostra ei sua. GIUSEJPPEJ LIPPARINI. ANDRÉGrnEJ, L'école des femmes. - e< Nouvelle Revue Frànçaise », P~ rigi, 1929. 9 fr. 11tema è chiaro, la linea del romanzo è semplice fino ad e~sere scarna. Andr,', Gide ci racconta una vicenda o, se meglio piace, una disgrazia co– niugale; ce la racconta attraveirso il duplice diario di Evelina, la prot~ gonista. Prima, il àia,rjo di Evelina fidanzata (anno 1894), quando Ro– berto è per lei l'amore, l'uomo perfeitto, la felicità, Dopo vent'anni (1914j Evelina riprende quel diario e lo completa, anzi lo rovescia; ci mostr; quale davvero è Roberto, il marito, e quanto è stata infolice la sua vita di moglie. e< Devo confessare che ciò che in lui oggi mi esaspera è preci– samente ciò che un tempo in lui mi attirava, mi piaceva di più, mi sembrava più ammirevole. Non ha cambiato lu~, sono ~o che sono cam– biata. » Il caso come si sa non è raro : nel hnguagg10 corrente delle disgrazie coiiiuiali, ,si direbbe eh~ l'i~genua, l'innamorata Evelina u~ bel giorno ·e< vide chiaro», anche a lei cadde la famosa <e benda òagll occhi». E come dunque restò ingannata? chi era 9uesto _Roberto? At~ ti•a,verso il duplice diario di Evelina fidanzata e ~ E_ve~maspos_a, noi ahùiamo di lui un ritratto intero; a un tempo, delicatissimo e spietato. All'ingenua, alla candida Evelina, Roberto si_presentò ~ott? la_ veste più seducente, il sogno di tante mamme e d1 tante figlie, 11 giovane BibliotecaGino Bianco

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