Pègaso - anno I - n. 7 - luglio 1929
118 S. SATTA, Canti Barbaricini conquistate. Allora l'Italia non sarà soltanto dove oggi è l'Italia, ma sarà dovunquè saranno italiani com'oggJ è Inghilterra dovunque sono inglesi. » 1909, 1929. Tanta., e tanto meritata, fortuna, non è forse rara nella storia della politica? Goffre<lo Bellonci, che sa di politica e di lettere e:d è sitato uno dei primi seguaci e propugna.tori del_Nazionalismo itali:mo e niente scrive se non è meditato e legato a, un pensiero, dalla, linguistica all'arte, coerente, ha scelto dalle opere lettera-rie e politiche di Enrico Corradini questi passaggi eissenziiali e, li ha coordinati in modo tanto perspicuo che quest'antologia diventa quasi l'ideale biografia d'un uomo; e della bio– grafia ha, la Yarietà e la commovente progressione. La lunga prefazione dove il Bellonci stud~a il formarsi, a poco a poco, e il rassodar.si del s1istema politico del Corradini, e gli apporti, a questo sistema, di Luigi Federzoni, di Roberto Forges Davanzati, di Maurizio Maraviglia, di Francesco Coppola, di Scipio ,Sigheile, di Luigi Valli, dii Gualtiero Castellini e degli, altri Nazionalisti del 1910, è, in fondo, un capitolo della storia d'Italia scritto da un testimone attentis– simo . .Schopenhauer, Nietzsche, D'Annunzio, Sorel: il Bellonci consi– der.a, tutte le fonti delle idee e della prosa del Corradini fino a quando · esse raggiungono la loro piiena indipendenza e originalità. Una fonte tralascia, Charles Péguy, che èi sembra, anche per quanto riguarda lo stile, notevole: il secondo Péguy, s'intoode, -in lotta contro la coalizione tra radicali e :socialisti, il Péguy guerriero, davanti a Giovanna d'Arco. Le differenze, è vero, sono più' delle :somiglianze: dal cris.tianesimo di Péguy al suo giacobinismo, e a quel tanto del mito socialista che rimase vivo in quel conservatore. Ma qui, trattandò d'uno scrittore politico, si deve anche parlare di forma; e quel ripetere, ·anzi martellare tre quattro oinque volte, di periodo in periodo, la stessa idea con la stessa parola, e quei periodi brevi, d'una o due proposizioni, calcati l'uno sull'altro, salvo una piccola variante sulla quale l'autore vuole attrarre l'atten– zione del lettore, cosi che lo svolgimento d'un articolo, d'un saggio, d'un'orazione sembra avvenga ·a piccoli passi, lentamente e faticosa– mente ma anche lealmente e apertamente, questo procedimento lo ritrovi nell'uno e nell'altro scrittore. Ma anche, ammesse queste somiglianze, s'ha da ricordare che la prosa d'Enrico Corradini resta sempre italiana e toscana, d'una nettezza di congegno e d'una purezza di vocabolario esemplari. UGO 0.JE' ITI. SEBASTIANO SATrA, Canti Barbaricini. ,.L... « Il Nuraghe», Cagliari, 1928. L. 10. SEBAS~IA:r:o ,SATTA, Canti del Salto' e deUa Ta,n,oa. - « Il Nuraghe», Ca- . ghar1, 1928. L, 10. . VINCENZO ,Soao, Sebastiano Satta. L'uomo. L'opera. - « Il Nuraghe)),_. Cagliari, 1928. L. 10. L'amore della sua terra gravò pesantemente sulla poesia di Seba– stiano ,Satta. Non peo:ché solo gli chiudesse l'ispirazione. ma nei primi è negli ultimi anni, mescolandosi a. un sentimento umanitario vago, e a BibliotecaGino Bianco
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