Pègaso - anno I - n. 7 - luglio 1929
G. BORRI, I colloq1ii col Man-zoni 111 proceda perché la natura ha ~oluto che noi viviamo secondo che ricerca el corso o vero ordine di q~esta machina mondana. >> Il Pancrazi vede q1ù l'indizio che il Guicciardini, come succede agli uomini ambiziosi ed attivi,.fosse tormentato dal pensiero della morte. Psicologicamente l'in– terpretazione del Ricordo può essere giusta· moralmente c'è u{ esso ' ' ' qualche cosa di più e di diverso. C'è l'affermazione che dal momento che siamo su questa terra, dal momento che questa vita è l'unica realtà che abbiàmo fra ma,ni, il nostro primo dovere è di far fruttare i suoi valori. .Pensiero profondo, che anticipa la consacrazione morale della vita umana fatta dalla coscienza moderna. Alla luce di esso acquista un più alto significato anche il pensiero precedente, sul valore intrin– seco del comportarsi da savio. La revisione de,ll'autografo ha portato qualche modificazione· so– stanziale al testo del Canestl'lini (vedi per tutti i Ricordi I e CCXVI), e ha procurato molti piccoli ritocchi alla forma· dm vocaboli (costante la sostituzione di « el» ad « il »), che hanno pure la loro importanza per · il suono della prosa guicciardiniana. LUIGI SALVATORJllLLI. GrnsEPPElBORRI, I colloqui col Manzoni, per la prima volta pubblicati da Ezrn FLORI, con uno studio introduttivo e note. - Zanichelli, B@logna, 1929. L. 35. Cantù, Stampa, Fabris, Tommaseo, Borri : anche a trascurare quelli che ci hanno lasciato ricordi brevi, i testimoni della vita del Manzoni sono oramai parecchi. Confrontandoli fra di loro e con quello che si ricava dalle opere del grande milanese, e tenendo conto delle discor– danze dovute ai diversi periodi a cui si riferiscono queste varie raccolte di memorie, si potrebl\e controllarne il discusso valore, costruire una biogràfia particolareggiata, lumeggiare anche nelle minuzie il pensiero del Manzoni. Fra l'altro ne verrebbe fuori una piccola cronistoria dei commenti di Alessandro agli avvenimenti politici contemporanei, non solo d'Italia, ma un po' di tutta Europa. Questi colloqui riferiti dal cognato, fratello di Teresa, contengono parecchie riflessioni su tale materia. ,Si veda con quale logica, nel 1846, il Manzoni difendeva Carlo Alberto dalle accuse fattegli per la sua condottl,li nel 1821 (pp. 200-201); che cosa dicesse del potere temporale dei papi nel 1843 (p. 148) e che cosa nel 1858 (p. 230). S.u quest'argo– mento, com'è noto, egli espresse altre volte il suo pensiero, direttamente o indirettamente: nel Discorso su alcuni punU della storia longobardica in ftalia, nei colloqui con il Tommaseo, in una conosciutissima lettera al Giorgini, nelle affermazioni raccolte dallo Stampa, e con gli atti della _sua vita politica. Pensiero sempre coerente, nonostante le diver– genze apparenti, dovute ai diversi periodi storici a cui egli si riferiva nelle sue considerazioni : si può riassumere con la risposta del frate a cbi gli domandava quale impressione avesse riportato dal suo colloquio con il Manzoni: Amor patriae, amor patriae! II Manzoni, si era nel '58, Biblioteca Gino Bianco
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