Pègaso - anno I - n. 7 - luglio 1929

100 P. P. Trompeo quanto è poesia, ha un valore universale, che non tollera ritorni sulle contingenze della vita dell'uomo poeta. Il fatto è, però, che quando si legge i_lmig-jior De Lollis, si pensa soprattutto al_l'uo~o .. I suoi scritti, messi m mano anche a un lettore che nulla sappia d1 lm, non possono 1 non dargli l'impressione d'un uomo fuor del comune interessante e simpatico. Si è stimolati; incuriositi. Si vorrebbe conoscer quest'uomo. « On se sent toujours du premier nid d'où on est sorti», diceva Sainte-Beuve. Cesare de Lollis era abruzzese e apparteneva alla gene,. razione di Gabriele d'Annunzio e di Edoardo Scarfoglio. All'Abruzzo fu sempre fedele, e si vantava italico, lui che non cre– deva ai comodi miti délle razze. Il suo paese natio ha uno di quei deliziosi nomi abruzzesi che bisogna scandire come versi : Casalincon– trada; alto sull'ampia valle della Pescara, vigilato dal Gran Sasso e dalla l\faiella. Intorno alla sua casa, che aveva fatto ricostruire di corto, il De Lollis aveva piantato un piccolo parco digradante verso la valle, di bellissimi pini, e in quella casa pensava di ritirarsi un giorno, co' suoi libri. Ma non credo chè vi si sarebbe mai deciso: amava troppo Roma e il fervore della vita cittadina. Pure vi passava settimane felici e s'interessava alla semplice vita di que' suoi terrazzani, i quali a loro volta erano orgogliosi d'aver li in paese quello ch'essi chiamavano « il professore delle sette lingue». È un caso, ma un di quei casi che paion combinati da un poeta, che il frammento postumo dei Reisebilder (Cul– t-ura, l° dicembre 1928), veramente conteso alle potenze di morte, perché fu riprodotto di ,sul' un manoscritto quasi illeggibile, disteso in parte a matita, sia tutto dedicato all'Abruzzo, a.Ua primavera, in Abruzzo. Se ne senta la chiusa, col ritratto di Casalincontrada: « Non una sola. casa a mattoni. Tutte di argilla cruda. Il numero tracciatovi con una gran pennellata in rosso fa una strana impressione: pare impossibile che il censimento costringa nell'orbita sociale questo mondo primitivo. Piccolissime le finestre. Quasi sempré è una scala a piuoli che conduce dal pianterreno riservato al bestiame, -'- qualche pecora, un maiale e qualche gallina, - al piano superiore. A qualche me– tro di distanza il rustico pozzo, quello della Bibbia, quello presso al quale Giacobbe aspettava Rebecca, quello presso al quale la Samaritana dissetò Cristo. Di grezzi ,sassi l'orlo: e giacente a terra il secchio (tragno) assicurato a qualche metro di corda attaccato a una canna. Ma che divino spettacolo, in aprile, i meli e i ciliegi in fiore a ri- · dosso di quelle cosi grezze catapecchie! La natura sembra aver preso in prestito dalla iij.gegnosità di un artista l'efficacia di quel contrasto. lTn melocotogno, che pareva aver coscienza dell'onore ch'esso largiva agli umili, mi immobilizzò di stupore .... Un, rilievo di terreno, impe– dendomi di veder le radici della Maiella, metteva il suo manto di fiori di lino a livello della neve del gran monte. A destra, in declivio, un pra– ticello : dietro, un cespuglio, di sul quale mi suonò il canto del primo usignolo .... » Col D'Annunzio e con lo Scarfoglio il De Lollis aveva comune non solo il sangue abruzzese, ma l'esuberanza sensuale quasi selvaggia che fece subito distinguere quei due suoi conterranei tra i giovani letterati calati dalla provincia alla conquista della Roma bizantina e somma- BibliotecaGino Bianco

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