Pègaso - anno I - n. 7 - luglio 1929

88 D. Fracchia nella quale si trovarono mescolati li nascose :finalmente ~gli occb~ troppo indiscreti. La .signora Celeste ebbe forse paura d1 perdersi nel tumulto e si stri111seancora più forte al suo :fi0Jllco. - Non lasciarmi, Massimo, per carità, nOIIlperdiamoci, - di– ceva, guardando Ollldeggiare quella nera moltitudine. - Non temere, mamma. - Com'è bello, come mi piace, - dkeva poi rassicurata nel sentirsi unita a lui, protetta e difesa da lui : - Lasciamoci portare. L'aspetto della strada era festoso e, 111el fondo, si vedeva(Ilo enormi ombre agitarsi sulla facciata del Duomo, illumilllata da un rosso bengala, e le sue alte colonne vacillare ad og111i urto di quelle ombre. Le :finestre delle case erano aperte come di piena. estate, da ogni davanzale pend!eva un tappeto, e lumi colorati e biamcbi diseg111avanoda per tutto collame e ghirlande. Altri lumi, lanterne, grappoli di lampade tricolori erano sospesi in mezzo alla strada e dorn1olavano al lieve vento nottumo. Il vocio della folla e il profondo frastuo1110delle campane formavano uJi unico lento fiume. - Andi•amo, andfamo : lasciamoci trasportare, - diceva la signora Celeste: - Come è bello perdersi cosi, no111 essere più nes– suno. Ohi sei tu? Io, chi sono? - Bada, mamma : no111 vedi come ci guardamo? - Ti guardano perché sei bello. E me, perché mi guarda1110? Diramno : so1110 due sposi felici. .Sono due che si vogliono bene. Rise, ed egli anche sorrise. Pensò a suo padre, e se lo immagi111ò solo e triste seduto 111ell'ombra di quella grotta. Gli pareva, chi sa perché? che non dovesse uscire mai più da quella grotticella, e che, copert6 di un saio, fosse coll1dannato per tutta la vita a non mostrare il suo viso altrimenti che sotto il cappuccio della peni– tenza. Rivedeva quelle pietre, e si doma111davaper la centesima volta se per caso noll1 si fosse ilhgannato : se non era stata tutta un'illusio111edei suoi occhi, alimentata da un cattivo pensiero. Poi guardava sua madre protendere il viso verso le luci colorate che si· vedevano balenare in fondo alla piazza, considerava l'illl.fantile stupore, l'a111siaingenua che era dipinta su quel povero viso, e il suo cuore si faceva piccino : ll10nera più il gran cuore del soldato, ma il cuore d'u111 fanciullo che ha paura per quella debole donna che era sua madre, e pensava con ,compassioille che, in fondo, la sua giovinezza, ormai quasi spenta del tutto, doveva essere stata molto più ricca di dolori che di gioie. Cosi era forse per tutte le , donne che ll1ascono,vivono e muoiono senza uno scopo, se non quello dli serbarsi fedeli ad Ull1uomo, di allevare i suoi figli e di seguire alla cieca gli sbalzi della sua fortuna. Il peggio per lei nOll1era forse passato, ed essa sorrideva .meravigliata di quelle luci fatue che coloravano l'aria notturna, senza sospettare nemmeno quali nere nuvole s'addensav,ano sùl suo capo. BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy