Pègaso - anno I - n. 6 - giugno 1929

La Stella del Nord 721 strano ufficiale riusciva a destare in me una certa curiosità con i brevi e secchi cOIIIlandi,accoo:npagnati da piccoli gesti a scatto, che egli andava impartendo ai suoi uomini, come se avesse ancora eser– r:ita,to un'effettiva autorità sulle loro ,persone. Forse voleva soltaID.to darmi una prova del suo rispetto con quell'irreprensibile contegno dì soldato ossequioso di ,tutte le forme andl.e nelle sventure. Ma io invece pensai che realmente egli aveva ai suoi ordini, in quel mo– mento, un uomo più di me~ Un pensiero amche più grottesco mi assalì poco dopo, quando andai a vedere dove avevano messo a giacere i caduti, e contai quei ventotto miseri corpi allineati su due file : e cioè che, delle tre guaruiigiooi che si trovavano ad oc– cupare contempoMID.eaJmentequel palmo di terra fangosa, quella dei morti era la più forte, e la comandava il povero- Vaina, il mio sottotenente, caduto al mio :fianco con una palla ilI1 fronte. « Tutte queste cose sono lunghe a raccontarsi, ma non occupa– rono più di pochi minuti. È anche impossibile analiziiare certe idee e le reazioni che esse provocano in determinate circostanze. Allora io fui assalito da un improvviso e furioso bisogno di farla finita, subito, non solo con quei morti, ma con noi ,stessi, cioè col compito che ci era stato a,ssegnato. Fra noi e la riva sinistra del :fiu'mesi frmpponeva ancora la quarta isoletta_ Quella zolla di terra macì chiosa e l'alto arginale della sponda alle sue spalle ci guardavano deserti e ciechL Aveva.no l'oopetto squallido, tetro, malfido che assumono certi pezzi di .paese sotto un cielo basso e grigio, dopo una lunga pioggia.· Allora mi parve addirittura sinistro . .« Chiamai il tenente Horvath. «- Come mai nessuno si fa vivo lassù ? - gli domandai. « Egli tr-asse dal taschino un piccolo monocolo e se lo incastrò nell'occhio. Guardò il cielo, guardò la terra, e: «- Mah, signor cmpitano, - ri,spose, stringendosi nelle spalle 1 - con questo tempo ? - E pareva che volesse dire : - Chi volete ·che con questo tempo vada a passeggiare sull'argine? Il suo viso era tranquillo e sui suoi lillleamenti leggermente gonfi e sfigurati 1I1onsi vedeva neppur l'ombra di un'intenzione ironica. «~ Ditemi allora che cosa c'è in quell'isola, - soggiunsi, indi– candogli l'isoletta che dovevamo ancora occupare. Egli si irrigidì e, mettoodosi una mano sul cuore : «- Prego, signor caipitano, - rispose. E s'inchinò anche come una mariOIIletta, mentre un vivo rossore gli copriva il viso pallido sotto la benda già tutta macchiata di sangue_ «- Peggio per voi, - dissi io: - Vedo che la vostra vita non mi serve a nulla. Quella di ulll mio soldato vale cento volte di più_ Qui non possiamo restare. Andirumo. « Presi così una decisione irrnprovvisa, si fece una specie d' ap– pello fra i prigiooieri, per sapere quanti fossero in grado di nuo- BibliotecaGino-Bianco ·

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