Pègaso - anno I - n. 6 - giugno 1929
La 8tella del N or<l 717 dove il fiume, fomnando un'ansa, presentava un tratto di sponda diJsarginata. L'artiglieria aveva •spesso battuto quella breve zona, ma, dapo qualche ora di silenzio, ecco la mitragliatrice, se non erano due, farsi più viva che mai, come una ranocchia che, tuffam.– dosi al primo rumore sospetto, passato il pericolo rimette la testa fuor d'acqua e gracida. La piena sopravvoouta in quei giorni (si J era verso la metà d'ottobre) aveva poi impedito la 1I1ostraazi~e, e tutti eravamo convinti che il fiume, •spazzando quelle isolette, avesse spazzato via anche lei. Al contrario, non erano ancora riemersi, si può dire, dalla corrente gli arbusti più alti, che ,già essa aveva ri– cominciato a battere la nostra sponda, più petulante e micidiale ~i prir6.a. ,Sorpresi dalle sue raffiche, tre dei miei uomini se ne erano andati al creatore. « Il Generale era allegro quella mattÌIIla. Egli mi disse che, ter– mine ,due giorni, bisognava ripulire quell'isolette fino all'ultima; e soggiunse che poi mi avrebbe mandato a caisa per due o tre setti– mane. Io volevo molto bene al mio Generale. Egli sorrideva sempre. Ohe cosa fosse un elmo, un berretto, non lo sapeva neppure. Lo vedevamo girare sempre qua e là, a capo scoperto ; e i suoi caipelli grigi, e le spalle che egli portava un po' curve come sotto lo zaino, il vederlo insomma così noncurante non dico della morte ma della vita, non era certo l'ultima ragione del bene che noi gli volevamo. Solo qualche volta s'annodava intorno alla fronte un fazzoletto co– lorato, come usano gli Scioatni. 1 Ma, ,sapendo che era un'abitudine presa da gioYane, in Affrica, durante la ,sua prima OO!IIlp,agna, nes– suno vedeva nulla di ridicolo in quel suo strano copricapo. Egli non dava un ordine pericoloso aid uno dei suoi ufficiali senza baciarlo sulle gote. Anche allora, nel congedarmi, mi baciò, ed io me ne andai per preparare la mia piccola spedizione. Impartiti gli ordini, mi arrampicai sull'argine; e là, da una specie di feritoia, approfit– tando delle ultime ore del giorno, volli dare ancora un'occhiata al nostro prossimo campo d'azione. La corrente era melmosa più del ,solito e, sotto il pigro sole che tramontava fra le nuvole, secche e isolette sembravano addormentate. Quaittro di esse erano proprio dlialanzi a me, simili a quattro grosse pietre gettate attraverso il fiume per permetterne il guado ,rusciutto ad un gigante. La mitra– g'liatrice doveva essere annidata nella seconda isoletta, che era un poco più lunga delle altre. Ohe cosa avremmo trovato poi fra le sue canne e i ,suoi vinoostri non potevo sapere. Saipevo soltanto che erano honved Ulll,gheresidella IV Divisione : bravi soldati, tenaci, coraggiosi, e anche ottimi cantatori al pari di noi. Nelle sere del– l'ultima luna ptena, quando la luce era così chiara da escludere ogni insidia, li sentivamo cam.tare in coro lente e malinconiche canzoni, come se fossero staiti in barca a spaissarsela sul fiume. Agli applausi delle lllostre mitragliatrici, alzavano anche più il tono, e BibltotecaGino Bianco
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