Pègaso - anno I - n. 6 - giugno 1929

La Stella del Nord 715 Dio, - mormorava, -;- come si è fatto uomo ! Come è cresciuto ! Co.me è OMnbiato ! - E tutti, non si sa come, si trovarono seduti intorno alla tavola, con i visi che avevano ripreso colore, anzi un pochino più riscaldati del naturale; e, alzando ogni momento il biochiere a un nuovo brindisi, gli ospiti non !'li scusavano più di es-sere lì come intrusi e non dicevano di volersene andare ; ma era piuttosto buffo vedere il conte Roberto, con una lunga lacrima sulla gota sinistra, ora battere affettuosamente la mano sulla spalla del suo amico Stefano e ripetere balbettando : - Bravo Stefano ! Bel ragazzo ! Mi rallegro ! Sono molto felice - ; e ora invece rivolgersi con un piccolo inchililo alla sig111oraCeleste. Bened~tto teneva sulle ginocchia l'elmo tutto ammaccato di Massimo e 1110n faceva che guardarlo e riguardarlo da ogni parte. Alessandra si dimenticò di sé stessa tanto da sorridere a ,Marcello e da toccare due volte il bicchiere ~on lui; e si vedeva il no1111110 fremere tutto sulla sedia .per , il desidedo di racco111tarealle signorine Pepi, i cui occhi non abban– donavano Massimo un istante, la storia del povero briganti1110.Solo al terzo o al quarto brilildisi qualcuno si accorse finalmente della mano sinistra di Massimo, che egli cercava di nascondere e che era fu.sciata da u111a benda nera. - Ferito ? Sei ferito ? Mio Dio! Una ferita ? Massimo sollevò aiprpena la mano bendata e con naturalezza rispose: - Oh, non è una ferita: una scalfittura da nulla. - Come! Sei ferito a una mano ? - chiese a sua volta il maggiore Iupiter con un leggiero ritardo : - E quando ti hanno ferito? - Cinque giorni fa, mi sembra, - rispose Massimo sorridendo : -- Ma no111 è una ferita. Niente più di un graffio, al quale debbo oltre tutto la gioia di essere già qui co111 voi. - Cinque giorni fa ? Il giorno dell'armistizio ? - Proprio il giorno dell'armistizio, poco prima delle tre. - Quando tutto stava per finire, - esclamò atterrito il mag- giore Iupiter, - proprio allora avresti potuto .mancarci? - Non angustiarti per una cosa passata, papà mio, - disse Massimo: - E poi, -di che ti stupisci? In tutte le guerre non c'è chi muore ultimo, come chi muore rprimo ? - Morire ultimo? Ah, sì, è vero. Ma per una simile morte bisogna esser nati con la scalogna attaccata alla pelle, come una lebbra, figlio mio ! - Eppure, - ,soggiunse Massimo, abbassando gli occhi, - l'ul- timo credo che sia toccato proprio a me di vederlo morire. - Quando fosti ferito anche tu ? - Pochi minuti dopo. Tutti lo guardarono in silenzio. Due sottili rughe si distesero BibliotecaGino Bianco

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