Pègaso - anno I - n. 6 - giugno 1929
708 I. Pizzetti genze e i suggerimenti di quella condizione musicale (tonalit~, modo} accordi) 1I1ellaquale l'animo suo sia venuto a trovarsi, sceglie le parole (intervalli melodici, gruppi di illltervalli melod,ici succes– sivi o simultanei) che egli sente più proprie alla espressione del suo se1I1timento,e che per l'espressione del suo sentimento e del divenire di esso, e delle circostanze favorevoli od ostili, egli compone in pro– posizioni e ,periodi ritmici, ed anche, secondo ullla proprietà che è del lilllguaggio musicale più che di qualsiasi altro, in proposizioni e periodi simultanei, imprimendo al discorso uh determinato movi– mento, Differente da qualsiasi altro linguaggio, la musica, perché (sbaglio?) meno riferibile di qualsiasi altro all'effimero, all'acci– dentale, al transitorio (c'è chi poosa il contrario), ma come 1I1essu1I1 altro, meglio di qualsiasi altro, espressivo dell'essenziale. Ma che può mai essere per noi uomini l'essenziale se non la 1I1ostra vita sentimentale, e il sooso della vita umana? E quale linguaggio sa– rebbe quello illlteso a esprimerla, la vita, le parole del quale non potessero esprimerne in modo intelligibile (intelligibile per via di sensibilità, di emozione) la infìlnita varietà di aspiraziollli, di senti– mooti, di passioni ? La maggior difficoltà, per un interprete di musica, sta proprio qui: ri-creare l'espressione, dalla notazione scritta, non solo soo– tendo la necessità di ogni parola, cioè di ogni nota e accwto, scritta dal compositore, ma amche dare a ogni parte e a ogni parola del discorso musicale un'espressione il cui significato (in questo caso possiamo pur dire significato) nOlllsia opposto o contrario a quello per cui il compositore si espresse. Difilcoltà a superare la quale occorreramno prima di tutto doti naturali, si capisce : sensibilità acuta e prontamente risp01I1dente,per simpatia, agli stimoli più vari e diversi; ma sarà necessario anche quell'attooto amorevole studio delle apparenze, delle forme, delle caratteristiche della composi– zi01I1e da interpretare, alle quali abbiamo già accennato. Certo, che il primo tempo della Pastorale beethoveniana, cosi come comilllcia, con quel tema e da quegli accordi, non potesse nascere che illl fa maggiore} è cosa che bisogna sentirla (e provatevi a trasportarlo in un altro tono: e se così facendo IIlOIIl sentirete di distruggerne l'illlcanto, occupatevi d'altro, ma.di musica mai più). ,Ma qui siamo ancora all'elementare. Le d ifficoltà dell'interpretazione crescono e si moltiplicano col divenire di una composizi01I1e,con l'apparire e il vivere di nuovi temf e di parti contrappuntistiche complemootari, e col formarsi e il respirare di 1I1uove armonie, e sopratutto col pre– pararsi e manifestarsi delle modulazioni tOIIlalie modali, che del divenire,. del vivere di una composizi01I1emusicale, s01I10 i centri nei quali si raccoglie il maggior palpito di vita e dai quali si irradia nuova energia. Biblioteca Gino Bianco
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy