Pègaso - anno I - n. 6 - giugno 1929
691 A. Stanghellini - La casa Dalle finestre aperte uscivano stridi di bambino, - la mia. voce 1 - in tutte le gamme dell'età; voli di rondini s'incrociavano nel piccolo quadrato, lassù, del cielo : le rondini, di tutte le mie primavere; odori di fiori appassiti, canti, preghiere, suoni, i rumori noti della casa che si desta, che ripiglia la sua vita, o che la rias · sume, rpoiché 1iulla muore .in lei di quello che vj.ve ,nell'animo nostro. Incapace di muovermi, sentivo gli spilli del pianto rpungermi la gola. Se avessi avanzato di un passo, un solo passo, sarei scoppiatò in lacrime, come un ragazzo. Dovevo parere inchiodàto al terre.no , perché il babbo m'ha detto con impazienza quasi irosa: - Ti muovi o non ti muovi ? · Scosso un po' dal tolipore, ho trovato la forza rper balbettare una scusa che mi dispensasse dal salire. - Ma come? - ha replicato il oabbo sempre più arrabbiato e sorpreso. - Volevi pren(lere qualcosa su in quartiere e ora, non hai più bisogno di niente ?'Mi fai tornare a casa e non ti muovi? Ma· che ti prende, stasera? Li comandi così i tuoi soldati? Avanti, in– dietro; avanti, indietro. Buona fortuna, che lassù nòn hanno bi– sogrn:>di te. Si starebbe {reschi. , Mi ha voltato le spalle, sbuffando. L'ho visto scomparire, così, senza rpoterlo nemmeno abbracciare; sul rpunto· d'esser t3!gliata e spenta ~lallo spigolo d'ombra la sua testa bianca ha avuto un ba– leno, come se un cortinaggio nero, impenetrabile fosse calato per sempre a separare la sua dalla mia vita,. La notte seguente, quando sono passato in treno davanti alla mia città, pochi lumi vigilavano il suo grave sonno. Un lumicino solo, vicino alla fabbrica del Duomo fu per il cuore la mia, casa, ·come neUe novelle dei bambini sperduti; fu il sonno di mio padre ignaro . .i\.nsava il treno per la salita dell'Appennino e, sul fragore delle ruote accordavo come un canto il mio pianto senza iacrime. Tenendo· gli occhi rivolti al .passato, mi sentivo trascinare per le spalle da una forza misteriosa e possente che faticava per lace~ rar"mi ogni legame 'colla vita, trascinarmi stùla vetta dei miei monti e scagliarmi di lassù, libero e solo; incontro al destino. ARTURO STANGHELLINI. BibliotecaGino Bianco
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy