Pègaso - anno I - n. 6 - giugno 1929
658 A. Bucci II lago, quando :finisce, con il giorno, di essere frivolo, diventa truce. Nulla al mondo è delicato come una foglia che cade. I :fiori hanno il grido giocondo del colore che, dal tubetto nuovo, si spande sulla tavolozza pulita. Nel mazzo di rose amare dell'oleandro riconosci una famiglia patriarcale : il bisnonno moscio, i nonni raggrinziti, i genitori, sette belle :figliole maritate, due giovinotti uno soldato di fanteria, e uno sciame di mocciosi. Il mandarino segna il trapasso tra il fiore e il frutto; la mela tra il legno e la carne. La gocciola d'acqua che cade in cucina è l'immagine del «pianto» familiare. VIII. - MESTIEJRE. Ad uso dei pittori: dopo l'amore la donna è rosea, l'uomo è azzurrino. Conosco vetrine di pizzicagnolo, cirri di scatole di conserva, che valgono un tramonto con o senza Piramidi. La gente ama i tramonti rperché ama i fuochi di arti:fizio: Non si potrà tornare al quadro di :figura se non restituendo agli uomini il gesto che il Galateo ha soppresso. Il Cenacolo di Leo– nardo è un museo di gesti. Negli studi degli artisti norn ci vuol ordine, ma un disordine recernte. Adulaire diceva che l'arte è così: Un uomo va a spasso, con le mruni irn tasca, irn u111a foresta. Torna a casa, e disegna la Cattedrale di Rouen. Quando fai un ritratto ricordati che la testa è un ciottolo visi– tato dalla luce. ' Nei ritratti le iparti immote, naso, orecchi, mento sono più diffi- cili che le mobili, occhi, bocca. Del pari i fiori agitati dal vento si d:Ìjpingono più facilmente dei fiori inerti. Somiglianza. - Guarda la serie degli autoritratti di Rembrandt. E una folla di persone diverse. · bltoteca G no Bianco
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