Pègaso - anno I - n. 6 - giugno 1929

Giuseppe Parini 647 taminazioni e morbidezw, proprie del tempo, all'altro « str3.1Iliero » (e non dice di più), di Enea, da cui Didone iva beendo L'obllvion del misero Sichèo .... Qui senti la forza, in quella sola dieresi e nella parola disusata, e direi il peso dello ,sguardo; e Foscolo stesso, ch'era Foscolo, non seppe perdersi cosi dietro l'ineffabile della bellezza. Dunque c'era qualcosa d'inquieto in questo poeta di studi, in quest'uomo a cui le lettere, le troppe lettere, e la vita, crearOIIlo imp~ci, e quel che d'i chiuso e ribelle e mancante d'ardire dové por– tare sempre con sé. Ma una volta ,pur gli riusci, non dico di espri– mere, ma di accennare questo travaglio, e ,scrisse la sua lirica più gr3.1Ilde,la sola grande, il Messaggio 1 ,proprio per quell'ombra di tristezza che vien da tanto lontano, e dà quasi il senso a un'epoca, e si fa, per questo, simbolicamente vasta. Non dispiaccia quella ostinata e pur delicata descrizione e contemplazione delle «forme>> di una donna cosi in alto n,el cuore del poeta. Presto egli morrà. A uno che sta per andarsene, per sempre, è dolce tornare a dire. addio. E nella sua vita di escluso, quell'idoleggiamento, amoroso troppo, della bellezza, sia con immagini sue, sia con riecheggiamenti di altri poeti, quasi a far più distante il linguaggio, non trova esso la sua giustificazione e la ragione in questo sapere d'essere un escluso? Ma gli ha dato t3.1Ilte volte un tremito nuovo, e ora, all'ul– timo, gli dà un canto spiegato, come forse [lOn ce n'è in tutto Pa– rini, con una cordialità lenta, un'affettuosa dolcezza, una tenera commozione che ci vince. Il volo delle ore, presso ai « limiti del tempo» par la visibile immagine dello scorrere dell'eterno fiume, secondo il detto dell'3.1Iltico.E si capisce come in altri luoghi, ogni tanto, cenni di tal .fatta dovessero riuscirgli nuovi, come quello della notte già ricordato che altri avverti come presentimento ro– mruntico, troppo lieve per sopportare sviluppi a cui pure l'ob~ligò. Se mai l'idea, l'id'ea sottintesa, tradisce un senso di pietà per tutte quelle false cose che la notte cancella. E siam di [lUOVO a quel Pa– rini che senti la malinconia di tutto questo, e che ,per questo ci è più caro. G IUSEPPlll Dlll ROBERTIS. Biblioteca Gino Bianco

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