Pègaso - anno I - n. 6 - giugno 1929

644 G. De Robertis perfino Saffo, il meno oraziano certo dei poeti, p~r. quel suo furor d'emoniaco · e risentì VirO'iliO. (Traduttor di Virgilio certo sarebbe stato prim 1 0 fra tutti e b:sterebbe ricordare quei delicatissimi versi ' ' 11· che sono al prIDcipio del Mezzogiorno : pure, anche que , ~ta~n? a dimostrare quantq il disegno oraziamo avrebbe consumato 11d1vmo vapor,e delle parole di Virgilio, e quel segreto incantam011;to_che _è nel suo modo di poetare). Ma più che da tutti, tradusse dai p1ttor1, che era certo per lui, 111aturariflessa d'artista, il miglior mezzo per trovar l'eccitamento al comporre, senza la tiran111iadel linguaggio obbli()'ato e l'assillante bisogno di assaporar troppo le parole per b ' • poi prenderle a prestito. Di qui il suo grande amore per V,asar1: per le cose che Vasari descrive, e come descrive, freddamente e di– stamtemente. E non va dimenticato che tra le prose, le meno im– pegnate certo, ma per questo appU111to scritte con u111a inventività .accortissima, vi sono i Soggetti e appunti per Pitture decorative, dove cedette sì un poco alla mod'a del tempo, ma asooltò anche il suo genio di visivo elegante, e andò più oltr,e : Forse altera cosi d'Egitto in faccia, Vaga prole di Sèmele, apparisti I giocondi rubini alto levando Del grappolo primiero ... : Ma se nOIIl fosse che per questa sola poesia, la gloria del Parini non sarebbe molta. Bisognerà però partir di qui per comprender la sua arte più vera, cercarla co111 più certezza di trovare il vero. Dico che i111 queste odi d'occasione, se manca l'animo e l'estro, ci sono quelle sole parti, e un'ode tutta IDtera, atte a far intendere il Pa– rini più grande. Il quale, in realtà, si sentiva più a suo agio ogni volta che, fuori dell'amgustia di problemi sociali e di propositi mo– •rali, con disposizione a divertir la fantasia, si metteva a oomporre. Il difficile in lui era trovare Ulllaccordo tra la sama ripugnamza e , ribellione alla decadente vita del suo tempo, e la commozione me– ravigliata che sempre ebbe per le cose di quella civiltà che pure castigava. Avesse potuto conciliare quelle eleganze, quella facilità di vita, quello splendore che era ID tutto, con l'onestà e la moralità, o l'avesse già trovato questo punto d'incrocio, sarebbe stato il cantore commosso del tempo suo, avrebbe ID poesia dato quel che ci diede la musica, l'Opera in musica, la quale fu allora l'interprete massima e l'innalzatrice di quell'ideale di vita. Davanti alle cose, per questo, quando poté astrarle dal mondo di cui erano il testimonio e la condanllla, egli rimase sempre con quella particoiare attitudIDe 'di stupore con la quale la prima volta dev'essersi affacciato, venuto d'alla campagna, e da famiglia povera, alla città e a tanti esempi di ricchezza. Suo padre era mercamte di seta, e un che di sensibile deli- . ' Biblioteca, Gino Bianco

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