Pègaso - anno I - n. 6 - giugno 1929
642 G. De Robertis tirici (questi ultimi sopra tutti da notare) : d'un tono, dì~ia,m su: bito, modesto, ma chiaro a, sé : con 111essu111 volo, ma col piac~re d1 parlar pacato, e provar .solo, intanto, l'estro e la voce. E q~as1 se~– pre in tutti endecasillabi, solidi e111decasillabie ben fatti, no~ 1111 versi arcadici, melodiosi, brevi, e inutili. Direi che c'è una mamera. di dir prosastica, che dà alla verseggiatura u111 legar sapie111te,un chiamar logicamente le cose, senza 111essuna delle proprietà facili dei poeti facili. Nel Giorno vedremo i progressi di questa tecnica e di quest'arte, dal primo comilllciar didascalico, troppo impegnato, a certi pezzi lavorati con un'accortezza, e una lentezza, che :finisce tamte volte per coosumar se stessa. Anche le Odti, quelle gramdi, nacquero da questo ordinato meditare; e senza più proporre, e spesso imporre, argomenti o moralistici o civili, li portano come U111a r gione sottintesa che dà ala al discorso, e lo dispone e lo lega secondo rapporti incoosueti e segreti. Ma che sono e che valgono le Odi? A parte il Messaggio, che è sopra tutte, precorritrice, e si abbella di U111'umanae alta malin– conia, e per il suo valor simbolico perfino innalza quel sensualismo emerso dalle letture e dal ricordo dei classici, mettiamo dli Saffo, o di ,Saffo passata a traverso il freddo filtro oraziano ; e a, ,parte le due prime giov,amili odi, che hanno, ancora, del grazioso settecen– tesco, e s'appoggiano su una serie di contrasti :fi.111 troppo elemen– tari, e riescono dalle rime solo a cogliere rpoche ridenti immagini: le altre paiooo dividersi in due gruppi, di due sorte. Vi sono le odi civili, le odi morali, le odi sociali, le odi pariniane più sue (parlo dell'Impostura, del Bisogno, della Musioa), de111se troppo e troppo tese, col tono direi forzato che trova poi la spia, naturalme111te, nel linguaggio, cioè nella netta contrapposiziooe a quel linguaggio che il Parini s'era creato e lavorato sui poeti con quell'animo che gli era particolare, calmo, CPIIl UIIl sapor di terra, antieloquente (e che qui è eloquoote, a posta ruvidh e corrusco, e ritrova appena qualche volta la sua voce e il suo colore in certi illlcisi caricaturali, o in certe espressioni sdegnose): e vi sono le odi che diremo d'occasione (l'Innesto del vaiuolo, la Laurea, la Recita dei versi, la Magistra– tura, la Gratitudine), composte con tamto me1110 impegno o, vorrei dire, ambiziooe di vate, ma dove il lavoro dello stile è più fino, uguale, coeroote, ~ se non salva le odi intere, trova, coi modi più piani, da asserire alcune verità, e dar quasi un vivente ritratto dell'indole del Parini e dei suoi gusti. Sooo le odi non in tutte strofe brevi di versi brevi, ma distese in endecasillabi, i gloriosi endecasil– labi pariniami, nei quali par d'avvertire il parlar vario, eletto, dell'autor del Giorno. Qui tu assisti veramente non al miracolo della poesia, ma al miracolo del suo formarsi : e dove sono le giun– ture, e come e quamdo le immagi.!lli nascono, noo improvvise e ra– pide, ma ricavate direi dalla logica, del discorso. Non è certo il pia- Biblioteca Gino Bianco
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