Pègaso - anno I - n. 6 - giugno 1929

I. SICILIANO, 1l Teatro di Pirandello, ecc. 761 In quest'operazione, lo sbandamento dello spirito perviene alla piena anarchia. L'individuo si smarrisce. Cogito, ergo non sum. Ché, davanti all'oggetto, alla materia, l'uno-centomila ha uno e centomila giudizi diversi e discordanti. Ciascuno a suo modo. » « La babele dell' ' assunzione ' è completata, come voleva Gorgia, dall'inf.ermità dell'espressione, dalle parole, 'sacchi vuoti' che ognuno riempie e vuota come vuole. » 'l'utto questo, tiene a far notare il Siciliano, non ha nemmeno il merito della novità. Pirandello ha echeggiato nell'opere sue, arbitraria– mente e caoticamente, dibattendosi in contraddizioni e in assurdi, cento filosofie, dalle presocratiche alle contemporanee : ma senza pigliarsi la pena di condurre mai veramente a fondo un'indagine filosofica severa; senza far nulla per accostarsi con intima austerità all'eterno problema dell'umanità pensante, il problema della conoscenza. Malgrado il filoso– fismo di cui tutti i suoi personaggi son malati, lo spirito di Pirandello è essenzialmente antifilosofico, perché non tende all'universale e al– l'eterno, ma al «frammentario», al «parziale», a « tutto quanto è effi– mero e transeunte». << Nonostante il disprezzo dell'oggetto e le grandi arie e le sopercherie irrazionalistiche, non ha effettivamente mai supe– rato le anguste barriere e le meschine possibilità del quotidiano e del contingente.» « Dilettante inquieto ed irrequieto, più che transfuga, dei sistemi più diversi, nella scelta dei suoi mezzi e nell'adesione ai pro– grammi altrui, ha fornito l'indice di un'altra caratteristica del suo spi– rito: l'amore dello 'specioso'. Tra Gorgia e Socrate, tra Kant e Ein– stein, nessun dubbio e nessuna esitazione. Egli non sarà che col sofista antico' e col sofista moderno. » « Più che un'evoluzione, un'involuzione. Il realista di nascita, direi, pizzicato dalla tarantola metafisica, messosi a negare proprio quella ch'era sua intima natura e vita, persuasosi di essere uno ' scrittore filosofico ' e che come tale dovesse ' imbevere ' la materia· (figure, vicende, paesaggi) d'un ' particolare senso della vita' e d'un 'valore universale' s'è tanto e cosi ostinatamente aggirato nel suo labirinto di cartapesta da non trovare più via d'uscita e di salvezza. Il visivo è ormai chiuso e conchiuso nella larva del visionario. Vittima del suo tempo. » Come .si vede, il Siciliano afferma, ma non confuta. A quella ch'egli chiama la pseudo-filosofia di Pirandello, non contrappone gli argomenti d'un credo filosofico .opposto. Quando Pirandello ripete con Gorgia che nulla è, e che se qualcosa esistesse gli uomini non potrebbero conoscerlo, e che se per caso o-li uomini conoscesser qualcosa d'esistente non potreb- ., ·1 bero comunicarselo il Siciliano non gli risponde dimostrando 1 con- trario . .Si limita a dirgli che questi sofismi hanno duemila e più anni di vita: il che filosoficamente val poco. Aggiunge che a essi Pirandello arriva solo generalizzando certi casi, non diciamo particolarissimi, ma addirittura costruiti ad hoc, con miracoli d'artificio: e questo varrebbe molto di più se però fosse sempre vero; ma si sa che Pirandello, a chi l'accusa di ~ostruzioni arbitrarie, ama cita-re una quantità di «casi>> simili' ai suoi, offerti dalla vita. O è la vita che ha, wildia.namente, co– piato l'arte sua ? BiblrotecaGino Bìanco

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