Pègaso - anno I - n. 6 - giugno 1929
P. NARDI, Fogazzaro, sii documenti inediti 759 sola. » Oppure : « Idealismo : abitate con nobili dame in un palazzo. Le vedete sempre attraenti, acconciate, eleganti. Realismo : come le vede la cameriera. In fatto sono una e l'altra cosa.» Il Nardi ha ragione di dire che in molte di queste lettere e diarii, c'è un occhio più fermo, un timbro più maschio, una praticità sana, che sono virtù quasi insospet– tate nel Fogazza,ro. E specie nei diarii e nelle lettere destinati al figlio Mariano. Come se questo babbo segretamente desiderasse di crescere · il figlio diverso da sé. E molte altre cose giuste dice il Nardi che qui non c'è più carta per ripeterle. Sulla poesia del Fogazzaro, per esempio, della quale si fa di solito meno conto del giusto; e in particolare sulle Versioni dalla mitsica e sulle liriche1 del Mistero del poeta, dove la donna, la passione, sono sovrani e Dio è esule del tutto. « S'egli canta a cotesto modo nelle Ver– sioni dalla mitsica è perché può addossare la responsabilità del proprio sentire ai musicisti, dei quali ha da essere interprete, e se si effonde a quel modo nel Mistero dei Poeta è perché i versi non li dà, come suoi.. .. » Una specie, dunque, di escarnotage? C'è del vero. E cosi doye il Nardi l'ifà ancora una volta· la tortuosa via per cui il romanziere riusciva ad affermare il suo spiritualismo. « Ma come moveva a questa realizzazione ? l'er via di un min·irn-um di sensualità introdotto a sostegno di quanto aveva da esserci di più etereo nelle sue fantasie. » « Di un minvmum di sensualità ha bisogno non tanto per rendere la tentazione, quanto per reagire ad essa. » Tortuoso e vero anche questo. Ma proprio con questi minimum finisce il Fogazzaro e comincia il fogazzari. La,scia- molo lì. , Se poi dovessi indicare quale, criticamente, è il punto più vivo del ,libro, dove più esso serve a illuminare l'arte del Fogazzaro, mi rifarei proprio a quei capitoli, a quei passi dove, documenti alla mano, il Nardi mostra il trapasso dalla vita all'arte; come le donne, gli amici, i paesi del Fogazzaro si trasformano, si illuminano passando dalla realtà ai romanzi. E come nei romanzi, dall'una all'altra stesura (il Nardi ha potuto confrontare i manoscritti), questa trasformazione e illuminazione continuano.... Chi crederebbe che anche il Fogazzaro, che pur ripeté all'opinione manzoniana sull'amore che in questo mondo ce n'è anche troppo, anche il Fogazzaro, rivedendo via via i suoi testi, li castigasse ? Alcune tenerezze prematrimoniali tra Franco e Luisa (Piccolo mondo antico) dal manoscritto alla, stampa si son perdute; e alcuni dettagli della toilette di Marina (Malombra) davanti allo specchio, prima di uccidersi, furono cancellati. E l'arte, in verità, ci guadagna. L'artista sa staccarsi dall'uomo. Dice il Nardi: - Ci sono scene in cui il sorriso della superiorità disintere&>ata del narratore sfiora persino le figure più care e più sacre all'uomo, anche i suoi ricordi più dolenti. - E dice bene. Il Fogazzaro è dei pochi scrittori che san sorridere anche nelle ore gravi. E questo pare a me il miglior frutto del libro del Nardi. Pas– sando daii. documenti della vita, dai diarii, dalle lettere, dalle prime copie su su fino alle ultime stesure e alla stampa, pare a momenti di sorpr:mdere l'a.rte del Fogazzaro in atto, nel suo farsi. È come un gioco ibliotecaGino Bianco
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