Pègaso - anno I - n. 6 - giugno 1929

.N. MACHIAVELLI, Tutte le opere storiche e letterarie 755 e le esigenze disparate della critica d'arte, della filologia e della filosofia. Perciò, pur mancando questo volume dell'apparato critico e di una larga documentazione - rimandata a,l prossimo libro Studii sul testo delle opere, su la l'ingi.a e lo stile di Niccolò Machiavelli - basta la fiducia di cui godono i due autori perché il libro sia accolto con grati– tudine. lt questa la prima edizione critica dell'intero Machiavelli. Prima avevamo solo poche edizioni separate: per il Principe quella del Lisio e quella, in pochi esemplari e preparatoria, del Mazzoni fondata sul codice Corsiniano, alla quale ora il Casella fa seguire la sua che poggia sul riscontro del codice di Gotha con due gruppi di manoscritti da lui classificati; per le I storie fiorentine l'edizione recentissima di Plinio Uarli, a cui ora il Casella aderisce nelle linee essenziali, pur valutando diversamente « i gruppi di manoscritti che nello schema genealogico si contrappongono >>. L'intero volume è preceduto da un'avvertenza in cui i due àutori danno una breve ragione dei criteri seguiti nell'apprestare i testi a ciascuno di loro affidati; le singole opere si aprono con una nota in cui questi criteri sono più largamente spiegàti. Quel tanto che basta perché, _chi vuole, rifaccia il cammino percorso dai due critici e lo giu– dichi e veda quali difficoltà hanno dovuto superare per stabilire il valore delle antiche stampe e quello dei manoscritti, in sé e nelle loro reci– proche relazioni. Forse le maggiori novità sono offerte dalle operette minori, in prosa e in versi, per le quali le avvertenze notano spesso che si risale per la prima volta all'autografo o, ad ogni modo, si ritorna con più cura alle fonti manoscritte. Ma anche per altre opere troviamo novità non trascurabili : il Casella stesso, nella notizia premessa alla prossima edizione milanese, cita sette passi del Principe, e non sono tutti, nei quali il senso, prima indecifrabile o incerto, viene definiti\.a– mentei chiarito; il Mazzoni avverte che nel proemio del libro I dei Di– scorsi si. stampano due periodi che mancano nell'edizione del Blado, in quella del Giunta e nel manoscritto londinese; il Casella nota che le correzioni introdotte dal Màchiavelli nei frammenti autografi dell'Arte della guerra dimostrano che il grande scrittore si veniva allontanando dal ,fiorentino per avvicinarsi alla. lingua letteraria fondata sulla tra– dizione del trecento toscano. Questo volume, appunto, fornirà una base sicura a coloro che vor– ranno studiare, non solo lo svolgimento dell'arte del Machiavelli, ma anche quello della sua lingua e i diversi criteri che egli seguiva a seconda della diversa indole delle sue opere. E questo mi richiama, per associazione di idee, alla vecchia intenzione del Casella di scrivere una storia della lingua italiana : proposito che io ho pubblicato già cinque anni or sono, per incitare l'amico a sistemare le idee ricche e geniali che m'aveva manifestato; e lo pubblico di nuovo, perché egli sappia. che quel desiderio non è dimenticato. 'l'ittto Machiavelli è preceduto da una breve monografia del Maz– zoni che è, al solito, tutta eleganza, acume e buonsenso. Non solo egli si giova dell'immensa, letteratura dell'argomento, ma propone - ed BibliotecaGino Bianco

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