Pègaso - anno I - n. 6 - giugno 1929

Argomenti 749 contenuta nel dolore. Perché un dolore non è più una realtà morale, quando vien ridotto ad una necessità psicofisica, ad uno scherzo degli istinti, ad una illusione del subcosciente. Zone di fantasia e di senti– mento fra le più vitali, vengono in certo modo contaminate e sottratte; e la realtà e l'arte smarriscono, in una penombra equivoca, i loro più severi e nobili contorni. TEMPI El CONTRATTEMPI. Di gran passo il cavallo traversava il piazzale. E il cagnolino gli entrò ùi tralice fra le gambe e fra le ruote del traino; e pareva dove.5se restare stritolato. Divise, invece, il gagliardo tempo dell'animalone nel proprio tempo saltellante e preciso. E si v~dero scivolare, uno dentro aìl'altro, questi due ritmi, come due anelli incatenati, che soltanto chi ha il segreto discioglie. Sarebbe qualcosa di simile se, in un paese, lo sguardo potesse .scorgere, nella loro particolarità e nel loro inestricabile rapporto, l'al– bero alle fonti delle linfe perenni, la zolla informe e senza storia, e il rospo che sotto alla zolla torpe da cent'anni; l'insetto, come uno stru– mento di precisione, quieto e fulmineo, che misura tutta una vita vastis– sima nel giro di poche delle nostre ore. Uscita chi sa di dove, uno di questi giorni, la piccola tartaruga che da tanto non si vedeva, s'era trovato un cantuccio da godersi il sole. I due gattini si son messi a ruzzarle intorno, a toccarla con lo zampino. Ci vorrebbe un giapponese, a figurare il ricamo delle loro movenze, nel contrasto con quella ovale immobilità, intarsiata nella lacca dell'im– piantito. Si sarebbe detto volessero invitare la tartaruga ad entrare e partecipare nel loro ritmo, nel loro tempo. Naturalmente non ci riusci– vano. E tralasciarono poco dopo, delusi; piantandola là come un sasso. Ma tutti cerchiamo di sedurre gli altri nel nostro ritmo, nel nostro tempo. Vorremmo si ingranassero nella nostra età spirituale. E quando ci si spazientisce contro le atonie, le distrazioni, le sordità degli altri, è perché li sentiamo di un'età diversa e irriducibile; come un'età lunare, pietrificata. Vero è che, in tali impazienze, come quella dei due gattini, conviene esser cauti. Si conferma nelle rivoluzioni artistiche, nei cataclismi let– terari; quando gli innovatori, i pionieri, volano incontro al futuro, a porre il segno del loro possesso su una terra fertile di diamanti. E veggono sorgersi dinanzi, ombra, bonaria e colossale, un Omero, un Orazio, un Virgilio : insomma uno che regge quelle proprietà da secoli e secoli; e ogni tanto va a darci una guardatina, come un antico signore di campagna, col bastoncello e un gran cappello di paglia. EMILIO CECCHI. BibliotecaGino Bianco

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