Pègaso - anno I - n. 6 - giugno 1929
Lettera a F. T. Marinetti 745 Cn mio amico professore di pomologia, che è stato nella sua lon– tana giovinezza poeta e pittore futurista, e dalle dirette conoscenze orticole fatte al tuo fianco sui teatri d'Italia trasse (merito tuo) il primo amcre per la scienza che oggi degnamente coltiva, m'ha dato un'altra spiegazione di quelle tue parole in libertà: che un sostantivo o un ag– gettivo nobile nelle tue pagine può perdere di nobiltà scendendo nelle pagine altrui. La spiegazione non mi soddisfa. Tra i tuoi pochi difetti non aveYo mai finora noverato l'egoismo, e mi dorrebbe che questo pes– simo tra i malanni ti s'avesse ad appiccare con l'età e con le cariche. Badaci. A Roma, in curia e in corte, un contagio siffatto non sarebbe nuovo. Non credere che per essere nato in Egitto e stato allattato da una balia sudanese, come ricordava Giulio de Frenzi nel saggio famoso in cui studiò te e le arti tue, tu possa sfuggire a questi miasmi del– l'aria e dei costumi romani. Anni fa, più prudente, tu volevi prima di tutto distruggere Roma, chiuderne le pestilenziali rovine dentro un recinto impenetrabile, e condurre noi pigri romani a ricostruirci una città come sia, lontano in aperta campagna. « Tre città noi consideriamo -come le tre piaghe purulente della nostra penisola: Firenze, Roma e Venezia.» Anzi in fronte a un tuo proclama, come sempre, d'azione, scrivevi: « Al terremoto - loro unico alleato - i Futuristi dedicano - queste rovine di Roma e di Atene». E per andar sul vivo, m'afferravi addirittura il Pontefice, te lo caricavi sul Monoplan du Pape e lo sca– gliavi nell'Adriatico : Au revoir, Sainteté, je brise enfin tes chatnes ! Je t'ai régalé du ciel et des nuages, et je te sacre enfin empereur des poissons, con quel che segne e che qui non si può ripetere. Programma totale, insomma : peste, terremoto e massacro ; rin– novamento e ricostruzione. Perché l'hai abbandonato ? Perché senza una protesta permetti che dai Fòri imperiali al Teatro Marcello altre rovine, cioè sepolcri, si scoperchino a Roma ogni giorno per l'avvele– namento dei vivi ? E che il Papa da annegare torni invece sovrano ? l'eggio, perché te ne vai tu stesso a vivere nella febbre di Roma, lòotto il funebre volo delle cornacchie? Non è imprudenza questa? E la de– precata, amnesia non ti viene da questa imprudenza ? Noi ti vogliamo feroce sempre e magniloquente, veemente e con– gestionato. Noi vogliamo integro, alla ribalta per altri venti e trenta anni, il nostro Marinetti tradizionale. Se egli non ci assalisse e truci~ dasse due o tre volte all'anno, noi non sapremmo più vivere. È vero, ormai si sa che les gens que vous tuez, se portent assez bien ; ma appunto per star bene in salute, vogliamo sentir passare sulle nostre placide teste il vento della tua ira apocalittica,. Se ti piace chiamarti futurista e parlare in nome dell'avvenire (avvenirista, si diceva cin- Bib(iotecaGino Bianco
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