Pègaso - anno I - n. 6 - giugno 1929
740 U. Fracchia dalla piM1ura candida della sua coperta di lana. Massimo vi affondò le mani. Era alto, ma con un piccolo balzo vi fu sopra, lo sentì cedere mollemente sotto il suo peso con Uilllanguido suono di chitarra e, abbandooandosi a quella elastica e musicale caduta, si trovò -seinza volere coricato e supino, CO([l le gambe penzolanti di qua e di là d'alle sponde, ,su quel letto di piume. Da un pezzo ([100provava un'impres– si-ooe tanto gradevole. Gli eran parsi soffici i cuscini della tradotta. Ora si sentiva addirittura adagiato in una nuvola. Sul suo capo si stendeva il baldacchino fiorito come una pergola, e fra i tralci di una vite fulva volavM10 graziosamente pettirossi e fringuelli. Il silenzio di quelle pareti tutto intorno era riposainte come il loro candore. Egli vi spaziava libero e leggiero con tutto il suo corpo, in una soli– tud.i)pe beata. - Ecco la pace, - bisbigliò, incrociando le maini dietro la nuca. E, socchiusi gli occhi, gli sembrò che una colomba birunca spiccasse il volo dal candore di quelle pareti e frullando leggermente le ali ve– nisse a posarsi sulla sua spalla. Quest'immagine era così strana che egli riaprì gli occhi, e allora con un sospiro peinsò al vecchio conte Roberto, a suo padre che era stainco e invecchiato, a sua madre che non era felice, a Benedetto che voleva rundare alla guerra, ad Ales– sandra che avrebbe sposato quell'odioso Marcello; e si sentì triste perché intorno a quella camera così serena e tranquilla ([lessuno, in fondo, era lieto, ([leSSUillO viveva in pace, ed ora egli ([leppure provava più una vera felicità; sentendo che quella gran calma era soltanto apparooza delle cose. ,Sarebbe invece così bello se tutti fossero felici, se -suo padre potesse camminare a fronte alta ([lella mi([liera, e i luccicanti filo([liche corrooo come un fiume luminoso nel nero granito lasciassero c6lare nel suo alto cappello a staio tante gocce d'oro; se sua madre, agitM1do mollemeinte le gale di un vestito lilla, sorridente e un po' spensierata, ballasse il tango con un giovane che sembre– rebbe tutto .Marcello, se ([10ill avesse un viso bruno sotto un sombrero argentino; se Benedetto facesse gli esercizi di plotooe nel cortile del Collegio Militare di Torino, cootento di portare UiI1 chepì con la visiera lucida e una nappina rossa; se iillfiilleAlessandra, il cappello di paglia rovesciato sugli omeri e i suoi splendidi capelli al vento,· s~ ne andasse vogando sullo specchio di un lago in una barca fa.tta in forma di cigno. ,Ma ecoo i([lvecemotntagne, paludi, un fiume giallo, la mensa ufficiali a T .... coo il coloonello che beve la birra ridendo delle proprie storielle; e il casolare non solo è diroccato, ma continui ,scoppi fanno tremare i pochi muri ancora rimasti i:n piedi. - Sotto la 6a compagnia ! Prendete il camminamento ! Che cosa aspettate ? - Capitano Iupiter, io la mM1do al tribunale di guerra. Lei me li porta al macello. Lei non sa comllindare nemmeno ullla pattuglia. - Io, signor Colonnello, ho fatto saltare quota 12.... - Ah, bravo! Ta, ta, ta, bum, bum. - E la zattera se ne va alla deriva sul fiume, Biblioteca Gino Bianco
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