Pègaso - anno I - n. 5 - maggio 1929

588 U. Fraoohia Era costei una bella donna di fo~se quarantacinque anni, ri– masta contadina e serva nel miglior senso della parola, e tuttavia unica padrona, anzi si,gnora, in quella casa dove essa esercitava chiaramente il più incontrastato dominio. Veniva spontaneo di pa– ragonarla ad un superbo ed intelligente animale, la cui natura sel– vatica fosse rimasta intatta o, iper meglio dire, indomita sotto i bei vestiti tra contadineschi e servili che ricoprivano la sua forte (Per– sona, e nonostante i lunghi pendenti d'oro di cui le s'ingioiellava la gota e il sorriso disteso a velare la prepotente sensualità delle sue labbra un pochino troppo tumide e rosse. Guendalina serviva a ta– vola maestosamente. I vassoi li teneva,alzati con ambo le mani sul capo dei commensali e con un tal piglio come avrebbe potuto librare un'asta o sollevare una corona regale. Il .gesto col quale poi li ipor– geva era, seppure meno plastico, certo non meno imperioso. - Sfa– mati, disgraziato, - pareva dicesse, guardando dall'alto sdegnosa– mente il piatto nel quale l'ospite faceva scivolare con discrezione qualche cosa dall'ampio vassoio; e senso poco dissimile acquistavano all'orecchio del malcapitato le parole che essa pronunciava a mezza voce, con un viso addolcito dalla più viva indulgenza, quando di– ceva : - Perché cosi poco, signore ? Ne prenda, ne prenda ancora. - E il tono era: - Non fare lo schifiltoso, poveraccio. Di questa gra– zia di Dio ne hai vista poca e non ne rivedrai per un pezzo. - S.qui– sito questo brodino, - esclamava il conte Pepi. - Non toccherebbe a me il dirlo, ma il merito è della cuoca. Brava, Guendalina. E questa fricassea, eh? Non faccio per vantare la mia cucina, ma che tenerezza, che intin,golo ! Brava Guendalina, dieci con lode! -- .Squi– sito, delizioso, superbo, - confermava il maggiore Iupiter, rivol– gendo a Guendalina uno sguardo sottomesso, tutto ammirazione e gratitudine. - E poiché gli altri tacevano : - Dillo tu, Celeste, eh ? Alessandra, come ci si sente una cuoca! - sog,giungeva, cercando di richiamare i suoi al loro dovere di ospiti. E Guendalina, con i pomelli accesi, le labbra dischiuse, gli occhi sfavillanti di orgoglio, girava intorno alla tavola, dondolando i suoi' fianchi potenti sotto le cento pieghe della rustica sottana di un bel panno viola vescovo. I fumi di tutti gli arrosti da lei cucinati nei tempi, da quando furtiva ne colmava la canestra del penitente ma– cerato dall'umidità e dai digiuni nella capanna sul fiume, a quelli serviti in ogni circostanza al suo signore, non esclusi i pranzi fune– bri, nella deserta maestà della sua casa sepolta dalle ipoteche, quegli olezzanti vapori, dico, in cui la salvia, il lardo, il rosmarino me– scolavano frruternrumente i loro aTomi, come un glorioso per quanto invisibile incenso parevano avvolgerle il capo in un nimbo. E il suo capo, con i lisci, lucidi capelli neri divisi sulla fronte, tesi sui lati, ~cc~rcinati dietro in una strettissima treccia poco più su della nuca, 11 viso largo, rotondo, leggermente vellutato e abbrunito, gli occhi BibliotecaGino Bianco

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