Pègaso - anno I - n. 5 - maggio 1929
586 U. Fracchia come un abito vecchio per traverso sopra una sedia. In maniche di camicia, un tubino nero in capo, le braccia ciondoloni, egli Jpiangeva, dirottamente. Padron Lorenzo, in. piedi davanti a lui, tenendo aperta e distesa una gi:;t,cchetta pareva, che gliela volesse infilare. - Io, io non ci vado, padron Lorenzo, - diceva, Egidio tra ~ singhiozzi. , - E come vuoi non andarci, bietolone ? - gli chiedeva, padron Lorenzo. - Su, fatti coraggio, e infilati la giacchetta. Per tutta risposta Egidio si strap1pò di testa anche il tubino e lo scaraventò rabbiosamente sul banco. Padron Lorenzo lo prese e glielo rimise in testa. · - Dopo averne vestiti tanti, vi pare che debba ora andarmi a, vestire anch'io ? - singhiozzava, Egidio. - Coteste non son buone ragioni, anzi io lo chiamerei. sragio– nare, - lo ammoniva, ·bonario padron Lorenzo. - E ne avete mai vista tornare indietro una di tutte queste monture? · . - Ma le monture, an.diamo, non contano. Quella che conta è la pelle. - Ecco, lo avete detto, padron Lorenzo, proprio la pelle, pro– prio quella mi vogliono prendere ! - gridò Egidio fuori di sé. - E che cosa dovrei dire io ailora, _:_ proruppe padron Lorenzo che incominciava, a, spazientirsi. - Non mi prendono forse il taglia– tore, così, da un giorno all'altro, con questo po' po' di lavoro che ci porta via tutti ? · - Ma il tagliatore son io, gira e rigira, sono sempre io che ballo, - disse Egidio, e levò le braccia al cielo. Cercò di approfittare di quel gesto disperato padron Lorenzo per infilargli la giacchetta. La lotta fu breve, ed Egidio, stremato di forze, finalmente s'alzò e s'incamminò barcollando verso la porta. - Va', Egidio mio, - gli disse allora padron Lorenzo, batten– dogli tanti colpettini sulle spalle, - e portati bene, fatti onore, insomma, tieni alta la classe e mandami di tanto in tanto. una cartolina. E se incontri per la strada un tagliatore, anche se è di quelli che sbiasciano, mandamelo, perché proprio ·non so come fare. Egidio scomparve nel vano scuro dell'uscio e poco dopo ria[)· parve sulla via, voltandosi ancora a, guardare quella casupola e padron Lorenzo che si sporgeva dalla finestra per salutarlo. Allora· appunto, alzando gli occhi poi che Egidio ebbe svoltato l'an– golo, il sarto vide li, ·a due metri, seduto sul parll[)etto dello sdruc– ciolo, un giovanotto che lo guardava ridendo e sembrava, burlarsi di lui. - Che cos'avete da ridere, bel tomo ? - gli chiese, allungando il mento, tutto impermalito. . BibliotecaGino Bianco
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