Pègaso - anno I - n. 5 - maggio 1929
582 A. Oasella musica più evoluta, legami di parentela, è innegabile. Ma son que– sti i seo-ni dell'epoca, che accomu111anostili diversissimi. Non ve– diamo c°osìoggi le musiche di Bach, Scarlatti, Haendel e Rameau, pur tanto fo111dameintalmentediverse, talvolta 3Jlltagonistiche, of– frirci ognuna le caratteristiche inconfondibili dell'epoca barocca, nella quale tutte 111acqueroe si svolsero? Ma va respinta d!efini– tivamente e sdeg111osamentel'accusa di strawilllskismo, nella quale anc6ra si ostinano taluni scrittori stranieri e nostrani, lanciata alla più giovame fra le tendenze musicali italialile_ Si dice sovente che, ovunque io vado, non si sente musica noiosa. Lo spero. E se sarò riuscito, o per lo meno se av~ò fortemoote con– tribuito ,a sbarazzare la patria nostra da certa « musica-castigo di Dio)), allora potrò chiudere gli occhi in pace. 1 Si potrà rilevare una apparente contraddizio111e tra quella se– . verità che insegn9 da ~nni'ai giovani e che parrebbe rigida disci– pli111apiuttosto che espressione di fresca e spontanea serenità, e questa professione di fede in senso frivolo. Ma di queste apparenti contraddizioni è fatta l'azione di molti artisti. A questo proposito, mi sia lecito rico:r;dare l'esempio di yerdi, il quale scrrsse un dato giorno quella famosa frase, che. l'idea di « divertire il pubblico>> gli faceva arrossire le guance di sdegno. P~rò va notato subito che Verdi predicava bene ma raz– zol_avamale, perché infatti non scrisse mai una opera noiosa .... Io credo insomma che la musica italiana sia pervenuta oggi ad U111 invidiabile stato d'indipendenza europea. Nella nostra arte come in og111i ma1I1jfestazionespirituale italiama odierna, si raggiunge pro– gressivaIJ?.e'nte un profondo equilibrfo fra tradizione e modernità. Ohe poi· questa nuova arte musicale abbia ad offrire caratteri clas– sici, questo è per noi altri italiani un fatto naturale. Però questo classicismo non deve essere frutto di premeditazione. Solo allora esso potrebbe rassomigliare allo pseudoclassicismo strawinskiano. E perciò è augurabile che cessino presto quelle esercitazioni sco– lastiche ~ puerili nelle quali troppi giovami anc6ra si compiac– ciono. Ma è ormai certo che la strada della nuova musica italiana . è chiaramente deliineata, se non anc6ra facilmente. percorribile. La indicava d!el resto· quel mirabi1e testamento, che appena oggi apriamo con m3Jili trem3Jilti: il Falstafj del -veccµio di Busseto. E da· infiniti. sintomi già si vede che la lezione verdiana è stata pienamente iintesa. • ' L'Italia musicale ha anche uh altro còmpito dinanzi a sé: quello. di ricostituire la Bellezza,.oggi così ,grav.emoote compromessa nella, musica, riconducendo nell'arte· dei suoni quena euritmia, quella perfezione, quella serenità e quella f.elicità spirituale che scom– parver~ da essa per colpa .del Roma1I1ticismo. Proprio riconoscendo, BibliotecaGino Bianco
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