Pègaso - anno I - n. 5 - maggio 1929
572 . L. Jlfontano Eccolo ora, dietro a sè maturità e giovinezza dissipate sognando, e dinanzi UJ11a vecchiaia cui toccherà riIDJPiangere inutilmente quei sogni. Poca meraviglia che egli giudicasse la sua vita perduta. VoJ'ch'ascoltate in rime sprurse il suonò Di quei sospiri ond'io nud:riva 'l co,re In sul mio primo giovenile errore, Quand'er.a in parte altr'uO'IIl da quel eh' i' sono, Del vario stile in ch'io piango e ragiono Fra le vane speranze e 'l ·van dolore, Ove sia chi per prova intenda amore, Spero trovar p~età, non çhe perdono. Ma ben veggio or si come a'.! popol tutto Favola fui gran tempo, onde sovente . Di me medesmo meco mi vergogno; E del mio vaneggiar vergogna è 'l frutto E 'I pentersi, e 'l conoscer chiaramente Che quanto piace al mondo è breve sogno. Con quell'ultimo sospiro' è detto addio non soltanto alla g101a del vivere, ma perfino al dolore. La passione e la vita sono stanca– mente dimesse insieme. Dare un senso a quel più vano dei tormenti, e al canto in cui :,.i sfoga: voigere tanta pena e fatica troppo umane a un più alto ·significato, come volevano. e l'animo, e la ragione, e l'uso, e fesem– pio gramdissimo. e vicino di Damte, per tacer dei minori : questo pensiero che ha sempre, si !PUÒ dire, perseguitat@ il P.etrarca, da ora in poi diventa più imperioso ed urgente. Il gran tentativo di trasfigurare e trasumanare Laura, in cui egli si osti[lerà ormai fin– chè avrà vita, è un vero atto della disperazione. Con quanta assi– duità non aveva egli già cercato di « sforzare al cielo)), per usar parole sue, la propria passione ! Ma questa non ha le ali fatte per reggere alla sottilità e freddezza delle sfer~ platoniche, e ricade subito alle dolci e grevi arie della sua [latria terrena. Ogni volta che nelle rime in vita di Laura egli tocca la corda, in quel tempo obbli– gata, dell'amore come fonte di salute morale, l'ispirazione, come si sa, lo tradisce. Nè la morte della donna lo aiuterà in questo suo immane sforzo di salvare, spiritualmente parlando, il salvabile. Tuttavia egli non si rassegna, e i Tr.i'onfi sono la malinconica testi– monianza che fino alla morte il poeta si affaticò' per dare a quel-. l'amore disastroso una ragione e una giustificazifne morali. · Chi avesse la possibilità e la deprecabile ambizione di esplorare la storia recondita dell'ultimo Canzoniere) si troverebbe CO[ldotto a luoghi molto oscuri dell'animo umano. Non par dubbio che presso alla morte di Laura l'amore di Petrarca avesse perduto alquanto _ della sua forza. La sua dichiarazione al riguardo trova chiare con– ferme [lell'opera, e se n'è vista qualcuna diam.zi . Ma non meno chia- Bibliote"ca Gino Bianco
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy