Pègaso - anno I - n. 5 - maggio 1929

568 1L. Montano vora: la gioventù sfumata aspettando, le speranze incenerite, le immense forze consunte. A noi veramente non pare, e nea:µche pareva ai contemporanei, che egli avesse sprecato il suo tempo. Ma le mire del genio le co– nosce egli solo; e qui era un uomo tale che gli dava fastidio l'essere stato preceduto da un Alighieri : S'i'fussi stato fermo a la spelunca Là dove Aipollo diventò profeta, Fiorenza ayrìa forse oggi il suo poeta , Non pur Verona e Mantoa ed Arunca. Forse anche riguardo alle sue rime in volgare, delle quali faceva più conto di quel che volesse mostrare, egli sentiva oscuramente ciò che oggi sentiamo noi. Il Canzoniere) che pure è stato e sarà chissà . per quanto la disperazione d'ogni poeta lirico, parlando in asso– luto non è certo un libro perfetto. Una sorta. d'incrinatura corre per tutta l'opera (e si potrebbe dire per ogni coml[)onimento, tranne pochissimi), e se il suono che essa dà in certi luoghi è il più puro dall'antichità iln poi, in altri resta opaca, e talora sorda affatto. Se il Petrarca aveva qualche percezione di questo, ·co:rpe a volte par che abbia, è naturale che inclinasse, come succede, a incolparne i casi della sua vita. ' \ Ma un'altra cosa sapeva egli troppo bene: quel ravvolgere e fissar l'animo in ~e stesso, cui conduce la più egoista tra le pas– sioni, quando passi certi limiti è un reale tradimento ai patti cui tutti quaggiù siamo legati. Di gran pagine furono ~critte sulla battaglia che si darebbero in lui l'evo medio e il moderno. Pure quel che leggiamo nel Canzoniere e nelle opere che più gli stanno vicine, di rimorsi, di ri~adute, d'impegni alla rinuncia sempre rinnovati e sempre traditi, sono i moti naturali di uno sipirito nobile irretito da ~ una passione soverchiante, come ce ne sarà stati in ipieno medioevo, e prima e poi, e ce n'è oggi, e ce ne sarà sempremai. Rugli antichi aveva imparato a dare a questi moti più libera voce, e sta bene: 111ella sua mente prendono colore dalla· fede e dall'epoca che eraITT.o le sue, anche questo è evidente. Ma il conflitto vero resta più pro– fondo assai di queste forme, e fuori del tempo, Non può nascere all'uomo cr-eatura viva, o sia generata se– condo natura o sia creata nell'arte, senza strazio e vergogna e grande miseria carnale. La vicenda che ha ispirato il Canzoniere ha da essere stata ben miserabile. Il !Protagonista s'?> sforzato di lasciarcene, in obbedi•enza alle convenzioni del suo tempo, u111a rappresentazione tirata a nobiltà e perfezione .ideali. Dove è ri– masto qualche spiraglio, ha l'aria di scusarsene. Ma in un'ora di abbandono egli ha tradito la propria fatica, dando.ci in manb la I • Biblioteca.Gino Bianco

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