Pègaso - anno I - n. 5 - maggio 1929
54.8 G. Gomisso - Vicini di ca,sa verso l'altra p1;1,rete della stamza, dove non m'era possibile ve.derli: _ Cosa è che mi hai fatto? Mi secchi maledettamente, mi secchi l'anima. L'anima nera mi fai venire! Tu sei la mia morte! Ma io ti accoppo, brutta figura porca! - E qui si sentirono colpi di p,ugni dati sulla schiena, e a ogni colpo la donna ,emetteva un grido breve. • · Si vedevano sulla parete le loro ombre aggrovigliate. I to111fi ces– sarono e le grida si spensero. Nel silenzio della notte s'intendevano i loro respiri affannosi. Egli apparve accanto alla finestra, come per prendere aria, e subito mi ritrassi per no111 essere visto. La donna lo raggiunse muta e buttandogli un braccio attorno al collo: - Vieni a letto, Sandro ; vieni a letto con me, - gli disse dolce e invitevole. Per vincerlo pareva volesse fargli sentire l'odore del suo corpo. Ma egli si svincolò con forza, gridandole : - Non toc– carmi, - e la respinse contro la tavola. Ella ripeteva ancora : - Vieni a letto con me, Sandro! - e ritentava di stringerlo. A questo pUillto egli le si scagliò addosso. Lo vidi percoterla con lo stesso braccio, alla cieca, insistentemente. La don111a si riparava il volto co!Ille mani, il pugno forte cadeva sulla testa e sulle spalle alterna– tivamente. In fine cessò come stanco. La don111a non aveva potuto emettere un solo grido. Era ritornato il silenzio. lilltesi i passi di lui, che s'allontanavano. Una porta venllle sbattuta. Egli se n'era wndato. Subito precipitarono sul pavimento i passi della donna e ne seguì il rumore d'u111achiave girata 111elia serratura. Un mazzo di chiavi tÌIIltinnì buttato sulla tavola. N Oll1 scorgevo né la donna, né la sua ombra. Intesi un fruscio di vesti come se ella si spogliasse. Poco dopo ricomparve vestita d'Uill grembiule nero e andò verso un angolo. Pensai preparasse qualcosa di tragico. Invece riapparve traendo C·OIIl fatica accanto alla lampad'a una macchina da. cucire. Prese della biancheria da una cesta. Si sentì il suono delle forbicì sbattute. E cominciò a cucire, la macchina scorreva. Ogni ta1I1to' ella si fermava in ascolto e allora, appoggiwndosi con le braccia sul tavolino, traeva sospiri che ,tagliavano il silenzio. Alzai gli occhi, sopra alla casa vidi le stelle brillare nei'cielo limpido. Lontano un treno in corsa frschiò lU111gamente;poi dei galli cantarono e altri ri– sposero. Le forbici sbatterono ancora sulla tavola,. D'improvviso per un· attimo là terra si scosse facilmente. 1111 un angolo della mia stanza il muro scricchiolò. La dolllna stava come inchiodata sulla se– dia, dritta la testa coi capelli malconci,· più sola, più abbando111ata, la sentii Ìlllvocare : __:_Dio! Dio ! - çol fiato che le mancava. Poi si diede a piangere, ululando come une c3ine rinchiuso. ,GIOVANNI O0MISS0. · BibliotecaGino Bianc_
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy