Pègaso - anno I - n. 5 - maggio 1929

San Benedetto e San Francesco nella storia d'Italia 545 ren.e e la società umana. -Mala pienezza di vita interiore, alimeintata dalla loro religiosità eroica, trabocca al di fuori in azione tra gli uomini. L'uno opera agli albori, l'altro.nel pieno meriggio della vita italiwna medievale: diversissimi pertanto sono i modi e gli effetti dell'attiv:ità loro. Alla comunità oeinedettina, racchiudente entro le sue porte ben serrate il germe di una vita nuova, fa riscontro l'apo- · stolato itiner-ante francescano, che va a fecondare quella stessa · vita sociale, affrancatasi e giunta al pieno rigoglio. Al fondatore monastico subentra l'apostolo popolare. Ma una ben chiara linea di contin~ità storica riunisce questi du_e grandi Santi e grandi Ita– liam.i; dalla diversità geniale dell'opera loro balza fuori l'unità del– l'ispirazione. In ambedue la religione, anziché rimainere contempla- . zione solitaria, esercizio ascetico diretto unicamente alla salvezza dell'anima individual,e, si fa centro della vita sociale. Una unità armonios·a e feconda si stabilisce per opera loro tra Dio e il mondo, tra i profeti di Dio e il popolo che li attornia. Quella unità di vita morale che Benedetto aveva creato nella comunità benedettina, Francesco l'apporta a tutto il popolo italiano. Anche fra i destmi successivi d,ell'opera loro s'intravede la lmea ·di congiu111zione. Le ragioni del minore sviluppo del benedettinismo 111ell'I.taliadell'alto medio evo, - persistenza degli elementi romano– bizamtini, accentramento ecclesiastico episcopale e sopratutto pa– pale, - ricompaiono, pure attraverso le inevitabili trasformazioni storiche, nel processo di parziale deviazione rispetto alle mtenzioni del fondatore subito dall'Ordine francescaino: la lotta fra chiesa e impero, l'assorbimento dell'attività francescana 1I1ei còmpiti pro– priameinte ecclesiastici e al servizio della Curia. N01I1 si tratta qui di giudicare se i nuovi còmpiti fossero inferiori o superiori agli antichi, giustificati o ingiustificati. Si tratta di constatare che la Roma pontificale e il popolo italiano sono fra loro ÌtI1 rapporto stret– tissimo, ma non per quesito si identificano l'una coll'altro ; e che nell'intreccio delle loro storie non sempre il sec01I1do appare come debitore della prima. Così dalle sorti del benedettmismo e del francescanesimo, e dalla linea di congiunzione di queste due grandi epopee religiose e na– zionali, emerge in tutta la sua import~za primaria, ÌtI1 tutta la sua difficile complessità, l'aspetto religioso nella storia .d'el popolo ita– liano. LUIGI SALVATOREJLLI. 36 - Pègaso. "'' libteca Gmo Bianco

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