Pègaso - anno I - n. 5 - maggio 1929
538 L. Salvatorelli tempo, San Benedetto crea. una comunità ord!ina!a e s?lida! propri~ i111 quamto si ritrae, nettamente, totalmente, fuori degh ordmamentI crerarchici e dei còmpiti ufficiali della società di allora. Egli non è ~n co111servatore,ma un rivoluzionario: ciò che 111On significa un rivoltoso (piuttosto, anzi, il eontrario), m~ un creatore di vita ra– dicalmoot~ 111uova. San Benedetto e San Francesco nascono ed operano ilil due mo– menti diversissimi della storia d'Italia; eo ambedue adempiono, accanto e nella missio111ereligioso-ecclesiastica universale, un còmpito specificamente italialilo. Se co111 Sam Francesco siamo già nella giovinezza fioreiIJ.tedel nostro popolo, San Benedetto appar– tiene invece alla sua primissima puerizia, o addirittura alla sua vita embriolilale. L'Italia non poteva 111ascereche dalla decomposi-· ziooe di quel vecchio mondo romano. che, con vocabolo appropriato, si suol chiamare Basso Impero, e in cui l'antica, autentica, vigo– rosa romanità era stata ,definitivamente assorbita nel bizantinismo. Poiché dalla Roma di Cesare e d'Augusto, o anzi da quella dei Gracchi e degli Scipiorhi, all'impero di Giustiniano e di Nar~ete la contililuità del processo storico IIlOns'era mai interrotta, e istituti, linguaggio, tradiziooi giuridiche, affermazioni ideali perduravano formalmente immutate, gli uomini del tempo di San Benedetto no111 ' avevano coscienza di quella degenerazio111esostanziale, e, ripeten– tendo Roma, noo si accorgevano di stooder le mani a Bisanzio. Perfino l'istituto veramente nuovo e vitale, la chiesa eristiana, si era risentito di questo equivoco: non per 1.nulla la riconciliazione e l'alleamza fra essa e l'impero romano era avvenuta sotto Costan– tino, il fondatore, precisamente, del Basso Impero e della sua ca– pitale. L'infiltrazione bizantina nel corpo cristiano tut'ti sam111O additarla nella chiesa oriootale, e nel «cesaropapismo>> di 'Cui questa era afflitta. Ma chiesa orientale ed occidentale 'non eramo allora così divise e diverse come furolilo 1 in seguito: e l'occhio dello storico sa scorgere anche nella Roma papale le tracce delle malat– tie di Bisanzio. Lo scisma laur,enziano, e in gooere il modo con cui procedo1110 le nomine dei papi nel periodo gotico, la deposiziolile di papa Silverio e la condotta di Vigilio suo successore testimo111iano chiaramente di un bizamtinismo roman9; mentre le acclamazioni ri– petootisi fastidiosamente, per diecine di volte, in talu111i concilii ro– mami, all'indirizzo del po!Iltefice mostrano (ed è amcor ,più signifi– cativo) il fasto e· l'adulazione caratteristici del dispotismo bizan– tino penetranti nella chiesa romana . .Cresciuta enormemente in potenza morale e materiale, fatta elemento costitutivo e dirigente della società ufficiale, la chiesa ro– mana (e altrettamto, con le debite proporzioni, si può ripetere delle altre chiese italiame) era divenuta strettamente aderente a quella Biblioteca<SinoBianco
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