Pègaso - anno I - n. 5 - maggio 1929
La Signora d' Epinay e l'Abate Galiani 637 avvenimenti a lui familiari. Quale intimo godimento e quanta dolcezza in questa voce di donna cl.te risale un'altra volta dal fondo del passato per raccontarci tante piccole cose di quel piccolo mondo scomparso ; e ha pur voglia di ridere spesso, degli altri e di sé, mentre il cuore sempre più le piange. . Luisa Tard~eu d'Eschwelle, signora d'Epinay, non è mai stata bella, e ora, fra i quarantatré e i quarantasei anni, i mali fisici e le sofferenze morali stanno logorando il suo povero corpo. Eppure nella sua persona « piccola e magra ma assai ben fatta» c'è ancora del fascino, e il viso h:.i,ancora,, in certi momenti, un'aria giovanile; il tono della voce, gli occhi, il eorris~ « turbano l'anima»; il suo spirito, la sua vivacità, la sua sensibilità seducono a,ncora, sopratutto quella sensibilità fatta ormai tutta « intima, e profonda>>, che non merita più il rimprovero della pungente Mademoiselle D'Ette: « Ne pouvoir parler à ses 'ami:s que les la.rmes aux yeux ! » Dal viaggio di Luisa a Ginevra e dalla clamorosa partenza di Rous– seau dall' Ermitage sono passati più di dieci anni; e in questo tempo l'amore, pieno di devozione e di sacrificio, per Federico Grimm, ha tra,sformato a poco a poco l'esistenza della, D'Epinay, divenuta più severa, quasi solitaria. Il modesto salotto di via Sant' Anna accoglie di consueto a familiare conversazione tre uomini, ma che valgono per più di cento: un francese, che si chiama Dionigi Diderot; un italiano, cL'è Ferdinando Galiani; e un tedesco, il Grimm, l'autore della copiosa e famosa Corrispondenza Letteraria. Non pare un piccolo areopago del pensiero europeo? Uowini, libri, avvenimenti passano sotto il libero giudizio di questo triumvirato, che ha per uditori la D'Epinay e il vecchio marchese di Ci'oismare: il più buono e ridicolo marchese di .I/rancia, l'uomo dalle più amene disavventure. Voli di filosofia e di poe– sia, getti di paràdossi, fiotti di naturale eloquenza, arguzie e lazzi in– finiti, e r-isa inestinguibili come quelle degli dei d'Omero, fanno del semplice ma rumoroso ritrovo di via Sant' Anna il più vivo e allegro salotto di Parigi. Quando il Galiani, frenando con un ultimo lazzo le lacrime, abban– donò nel 1769 la capitale francese, dopo dieci anni di soggiorno, in– sieme con i ricordi che l'accompagnarono· per tutta la vita, portava seco la sacra promessa della signora .D'Epinay di un assiduo carteggio che gli rendesse men dolorosa la separazione dagli amici e la lonta– nanza da Parigi. Noi non possiamo più capire oggi quale fosse la gioia e la consolazione di .simili carteggi nel Settecento : tuttavia dobbiamo ammirare il cuore. di questa donna e lo spirito di ,sacrificio che appare dalle sue lettere,. non interrotte dai' patimenti fisici, dai dispiaceri morali e dagli stessi imbarazzi di famiglia. Questo primo volume éhe il, Nicoljni ci dona, curato con tanto amore e sapienza ci fa conoscere più sinceramente delle Memorie, tinte qua e là di colo;ito romanzesco, e più profondamente del libro, pm a noi caro della signorina Luce Herpin (Lncien Perey) e di Gastone Maugras' sulla giovinezza e sugli ultimi anni della D'Épinay, l'animo e l'ingegno dell'amica di Grimm. e dell'abate Gaìiani. ibliòtecaGino Bianco
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