Pègaso - anno I - n. 5 - maggio 1929

616 A. Bald-ini Pei· 1-esiistenza, ùava ùei puuti "1, un giovanotto e sopportava con entusiasmo qualunque disagio. Pioggia, fango,- sole cocente, lunghe at– tese mai che gli strappassero di boeca una parola d'impazienza. Un gior~o che a un Comando di brigata ci consegnarono per ogni evenienza, la tasca con la maschera contro i gas, se la mise a trl:LCollacon più allegria certo se fosse stata carica di manoscritti. E per quanto tutte que– ste spedizioni rientrassero nel programma e fossero abbastanza anche di mio gusto, non nascondo che alle volte mi sarei buttato volentieri a sedere dietro qualche posto riparato, se non alt1·0 per mettere un po' cli spazio fra due emozioni troppo gagliarde; ma l'idea che Beltrami, con trent'anni più dei miei sulle spalle, non avesse ancora finito di sgran– chirsi le gambe dalla costrizione ùei molti uffici che coprirn a :Milano mi faceva andare avanti senza .fiatare: e lui contento come una. pasqua. Ricordo benissimo d'aver pensato più d'una volta, spiando in cielo con una certa inquietudine la direzione degli « shrappnels » : Se adesso una pallottola ci mette fuori uso, tutti daranno la colpa a me, tutti diranno che ho fatto una pazzia a portarmelo dietro; quando invece è proprio lui che mi ci porta .... Una volta poi in mezzo, non c'era più verso di farlo venir via e si inca,ntav·a a vedere i bombardamenti nei punti meno raccomandabili. Come Dio voleva, tornava poi a :Milano sazio di strade e ·di can– nonate, pieno di fatti da raccontare ai suoi vecchi amici della « Fia– schetteria Toscana)), dei quali appunto uno dei più assidui era Marco Praga. Lo mettevo insomma in condizione di fare ogni volta un figuròne. Le lettere che mi scriveva a, quel tempo sono piene di ringrazia– menti, come se tutta quell'ira di Dio fosse in parte anche merito mio. Basta: in poco tempo, fra un'azione e l'altra,, mettemmo insieme un'amicizia veramente .antiqua, che da, parte di Giovanni. Beltrami andò sempre più colorendosi di pJ~emure paterne e dalla mia guadagnò costantemente di affetto e rispetto filiali. Per l'amicizia, gli anni della guerra valgono veramente per quàttro. Vennero i due « milanes in guera)); vennero poi, alla spicciolata, da varie città del centro e dall'alta Italia, gli attori per il Teatro del Soldato, che solo a vederli girare pei portici di Udine era già uno spet– tacolo impagabile; venne infine, non per recitare, ma solo per sentir•si vicina. a quel mondo eccezionale, Eleonora Duse. , U na volta l'automobile che portava la grande attrice si trovò fer– ma.ta , da un ingorgo di truppe che andavano in linea. Sporgendosi un poco e lla chiese :Collasua voce d'incaTuto a quelli che passavano : « Que– sta strada dove porta ? » Un soldato si voltò, e guardandola malamente - di sotto l'elmetto rispose èon voce profonda: « Alla morte, signora!>> Hisposta eh.e lasciò assai male la sublime Eleonora .... La verità è che fronte interno e fronte esterno facevano un'enorme fatica a capirsi:· e soio Capo,retto squarciò interamente il vela:v..ie. Prima-, l'uno e l'altro fronte vedevano le cose da punti di vista assolutamente differenti, e il combattente non considerava affatto di buon occhio quelli che potevano tornarsene indietro appena e sempre ch'avessero volùto~• Quanta gente e, soprattutto,. quanti deputati ca,pitavano da quelle BibliotecaGino Bianco

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