Pègaso - anno I - n. 4 - aprile 1929

464 U. Fracchia - E in che modo ti avrebbe mentito ? - Ti dico tutto. ,Mi ha voluto far credere, che quella lettera, che egli teneva in mano (chi ~a perché e_con quali intenzioni, la lettera di ieri sera, riconoscibile mille miglia lontàno), non era quella letta da me. Mi ha voluto far credere che io mi ero sba– gliato, e che egli non aveva mai preso nessuna decisione per la sua ,partenza senza di noi ; e che se anche ci aveva pensato, da ieri a oggi aveva cambiato idea; che insomma aveva già deciso di rima– nere qui, perché ha trovato qui quello che andava a cercare in quel– l'isola, e tutto, ne sono certo, al solo scopo di persuadermi che non ha bisogno di nulla, che le strettezze e le preoccupazioni non esi– stono, e cli.e io posso fare a meno di lavorare. Tutto, da ieri a oggi, e come ? Con una gita di montagna! · Egli rise e gettò in un angolo la sigaretta spenta. Alessandra si avvicinò a lui, contristata, inquieta, e tentò di accarezzargli i capelli con il gesto che le era abituale. - Sei certo di non sbagliarti ? - disse : - Non credi di esa– gerare? Benedetto scosse il capo, come chi scaccia una mosca importuna, e, posando una mano sulla spalla di sua sorella, adagio la allon- . tari.ò da sé. - Prodigiosa gita, davvero ! - esclamò poi, ritornando al tono sarcastico : - Miracolose montagne ! Tutti hanno trovato qualche cosa fra quelle montagne. Solo io, stU!()ido, sono rimasto a bocca asciutta. - Ti assicuro che io non ci ho trovato proprio nulla, - disse con un pallido sorriso Alessandra. - Oh! tu, chi sa ? - mormorò Benedetto. I - Io? Noia, mio caro, un tedio senza fine, gente odibsa, ecco quello che ci ho trovato. 1 Benedetto scivolò dalla tavola, e fece alcuni passi per la stanza ad occhi bassi, tirandosi nervosamente un ricciolo di capelli che gli cadeva sulla fronte. - Mi è sembrato che non dicesse così, la mamma, poco fa, - soggiunse poi: - Anzi, diceva il contrario. - Marcello ? Avrei trovato .Ma:çcello? - esclamò Alessandra con un breve scoppio di risa. / - Non so nemmeno chi sia, - rispose cupo Benedetto. - È presto detto, chi sia Marcello : l'uomo più sciocco, il più villano del mondo. - Sarà, - soggiunse Benedetto, alzando gli occhi al soffitto: - Certo io non conto di aspettarne un altro migliore. - Che cosa vuoi dire ? - chiese Alessandra. Dico che ognuno deve vivere per sé, é che oggi ho imparato BibliotecaGino Bianco I

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