Pègaso - anno I - n. 4 - aprile 1929
/ La &ella del Nord 450 La signora Celeste guardò Marcello. -Anch'io una bella passeggiata, - rispose con un lieve rossore: - Se tu vedessi che magnifico frutteto! Un pomeriggio incantevole. Le carrozze erano pronte per il ritorno e l'aria incominciava a farsi bigia quando esse si mossero nello stesso ordine come erano venute. I cavalli, allegri, trottavano di buon passo verso la stalla. La discesa (Parve molto meno lunga della salita. Era un continuo svoltare ora da un lato ora dall'altro lungo la serpeggiante strada, e tutta la cura dei cocchieri consisteva nel dar di freno alle ruote perché ]e carrozze, nel loro iilliJ}eto,non urtassero contro i cavalli. A dire la verità, ora già tutta piena d'ombra, nera nei suoi dirupi, opachi i boschi e le rocce, livido il torrente che ne percorreva il fondo, la vallata non era più cosi bella come al mattino. Tutti furono contenti quando, raggiunto il piano, poco dopo videro in lontananza le prime case della città, che si avvicinavano veloci. Brillarono i primi lumi proprio nel momento in cui le ruote incominciarono a sobbalzare sul ciottolato delll') vie urbane, e la comitiva si sciolse dinanzi alla villa Pepi, con saluti e vive promesse di ritrovarsi al più presto. Una carrozza accom(Pagnò gli ospiti fino alla Corona di ferro. XXIII. Leggermente assonnata, lPggermente stanca, dopo il pranzo, la signora Celeste sali le scale, sf'g11ìta in silenzio da Alessandra e da– gli altri. Il suo primo sguardo, entrando nella ipropria camera, fu per il grande sipecchio dell'armadio. · - Anche tu sei stanca? - chiese ad Alessandra, togliendosi lentamente il cappello : - Fatti vedere. La prese per mano e, conducendo anche lei dinanzi allo specchio, confrontò il proprio viso con quel1o della fanciul1a. Si trovò un po' spettinata, ma ipunto pallida e con qualche cosa negli occhi che li rendeva stranamente brillanti, come ipiù grandi e illuminati den– tro. Sorrise sodisfatta. - Veramente hai l'aria affranta, - disse: - Possibile? Alla tua età, per una giornata di sole ? - Metterò anch'io un velo, come quelli che tu portavi in Ame– rica, - risipose Alessandra con voce svogliata. Si sciolse dolce– mente da sua madre e passò nella propria camera, che comunicava con quella. La signora Celeste incominciò adagio a spogliarsi. - Ohe te ne pare dei nostri amici ? - chiese poco doipo a voce abbastanza alta perché Alessandra potesse udirla attraverso l'uscio socchiuso. Essa ipensava a Marcello e provava un vago bisogno di parlare di lui. Bib otoca Sino Bianco
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