Pègaso - anno I - n. 4 - aprile 1929

Aldous Huxley 447 Burl~p.' il fanatismo politico-conservatore di un Everard Webley, che s1 illude di poter instaurare una sipecie di fascismo britannico con un po' di abilità organizzatrice, con qualche parata in Hyde Park, con una eloquenza da giovane tory, ci eleva quasi ad un cl-ima respirabile e salutifero e, benché si sia facilmente presaghi dell'inu– tilità dei suoi sforzi coreografici e retorici, quasi ci duole che Span– drell ce lo sipedisca brutalmente all'altro mondo. Tra figure di questa umànità irritante e deviata e altre nume– rosissime figure minori che sbattono le ali bruciacchiate del loro vizio, del loro smarrimento, della loro ossessione, intorno a que– sti astri maggiori, Quarles rappresenta il giudice e il dissociatore più equilibrato, lo studioso intellettualista che sa ancora scegliere e rifiutare, ma con una difficoltà non mai superata del tutto, una titubanza 1prodotta dal fatale defluire della sua personalità in ogni stampo del reale, dalla labilità protoplasmatica della sua mente dilagante in tutte le direzioni, ingolfantesi in tutti i ricettacoli, abbracciante tutti gli ostacoli. Anche Quarles, come un tempo Oa– lamy, sentirebbe il bisogno d'un ritiro e d'una solitudine medita– ti vi, ma è selll[)re ripreso invincibilmente nel vortice delle cose, degli uomini, delle idee, dei problemi e in fondo la sua vera vita, la sua ragione d'essere, è l'agitata permanenzç1, in questo vortice. In· Point counter point Io squallore di Those barren leaves si fa più fosforescente, il quadro; più ricco e po1poloso, vi è, per que– sto solo fatto, più animato, ma anche la satira vi è fatta più cruda, i caratteri vi sono, almeno in alcuni casi, anatomizzati sino alle viscere più profonde e se non compongono una azione coerente, se– guita in consecuzione regolare di tempi e in svolgiip.ento progres– sivo di situazioni, vi compongono una indimenticabile galleria di figure. Nessuno pqtrà 1più dire, dopo la leftura di questo romanzo, che Huxley non scende all'intima concretezza dei suoi personaggi, pe1·ché egli li ha penetrati e sezionati, questa volta, con un rigore scientifico, una mano decisa, una intelligenza scrutatrice non mai avutP, prima d'ora. Si continuerà invece naturalmente a dire che Huxley non è un roma,nziere, ma uno scienziato, abilissimo a studiare alcuni casi mor"t>osie patologici dell'attuale degenerazione, uno scienziato che si s:f>rvedel romanzo come del mezzo rpiù c~modo, agile, colorito, per notificare a un gran pubblico i bollettini della salute e gli atti di morte di un certo numero di eroi rappresentativi della società moderna, prescelti iper solito tra gli intellettuali. Si dirà che egli è un predicatore e un moralista, anche senza massime e sermoni, occupato a presentare un quadro dei costumi e dei caratteri che pr('dominano sintomaticamente ìn una società ammalata e diso– rientata. BibliotecaGino Bianco

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