Pègaso - anno I - n. 4 - aprile 1929

Ragazzo ben educato 435 e gli parve che la visione· non finisse in sé, ma conducesse a molte nozioni che non si curava di chiarire : la nascita, la iprofessione, il modo di parlare e di muoversi di ciascuno; e che avrebbe ritro– vato nella memoria, all'occorrenza, come qùella gente si conosceva, se per iparentela o per amicizia. Certo, nessuna di queste cose pensò chiaramente : e avrebbe saputo di più, senza una bambina, con un berretto rosso alla marinara, che muovendosi e facendosi nel mezzo, alzandosi in punta di piedi per vederlo in faccia, gli ruppe il filo dei pensieri, tagliò la visione raccogliendola intorno a sé. Nella stanzetta vicina, che serviva di dormitorio, prima di de– porlo sul tavolaccio i due uomini attesero che rientrasse il cu– stode. Questi portava un materasso, tolto da una capanna vicina che rimaneva semipre chiusa, fuorché quando vi saliva qualcbP studioso per esperimenti. Apipena steso Francesco si sentì toc– care; e questo gli diede un dolore non acuto, ma quasi piace– vole, che l'assopì. Riavutosi, si trovò stretto alle anche e al petto da fasce, come un neonato·, e seppe con sicurezza che era passata un'altra ora: era dunque mezzogiorno. Ma forse questo gli fu sug– gerito dai gitanti, che facevano colazione. Strano ch'egli lo vedesse, pure essendo nell'altra stanza. Ma la sua vista, gli pareva, non era più nel suo corpo; l'aveva lasciato, e questo era molto normale, come una donna che prima d'entrare nel bagno lascia cadere il lenzuolo, senza pensarci; agile, tacita, s'era fatta sull'uscio. Forse credeva così perché ogni rumore gli si manifestava in visione. La stanza convergeva stranamente sulla stufa di ferro, su cui fumava una pentola, che era l'oggetto che l'aveva colpito di ipiù al suo passaggio: così come la gente pareva adunata intorno alla bambina dal berretto rosso, che pure stava in un angolo. Tutti tacevano, un po' per riguardo deliberato, un po' per impaccio. Udiva, nel silenzio, il rumore dei gusci d'uova, distinguendo (e gli pareva di vederlo) se fossero rotti col coltello, o ipicchiati di traverso sull'orlo del piatto, o col fondo contro la tavola; il battere delle forchette sulla terra cotta, o sull'allu– minio ; e afferratone il ritmo come fra più orologi simultanei distingueva con gli occhi la mano d'ognuno; lo stridere dei col– telli, se scivolavano sul piatto; il bollire dell'acqua, lo schioccare della legna; il ru,more dei cartocci, e quello asipro del ferro che aipriva una scatola di carne. Sentiva la resistenza della latta, se ne inquietava, incitava lo sforzo. L'inquietava anche lo scalpiccìo involontario dei piedi, dove gli parevano sfogarsi le parole represse. Un po; per volta, individuava sempre più le persone, seguendo 1;1-ei rumori la iparticolarità di ciascuno, e per ciascuno si r~peteva l'm - tuizione avuta già entrando, ch'egli potesse, se avesse voluto, ri– dirne la vita ipassata, come di vecchie conoscenze. Ma non se ne curava. Biblioteca G no Bianr.o

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