Pègaso - anno I - n. 4 - aprile 1929

428 G. Piovene bilo, una smisurata soddisfazione d'orgoglio, un sentimento d'eb– brezza e di scoperta. La strada saliva a scaglioni, dominando Aosta; ad ogni giro sedeva sul muricciolo, guardando la cittadina. indeciso tra il rimanere e l'avventurarsi. Una casa, che spiccava tra tutte perché più bianca : un monte del versante opiposto, con un abete a mezza costa, e un profilo nettissimo; gli assicuravano l'incolumità. La strada non saliva più a scaglioni e si distaccava rapida– mente da Aosta procedendo diritta. Francesco avanzò altri cento metri, altri cento, proponendosi di ritornare al termine d'ogni tappa. Poi gli iparve di comipiere uno dei suoi soliti atti d'eroe: gettarsi a capofitto, fingendo un'imperiosa nec.essità, chiudendo gli occhi, proibendosi la riflessione. A questo punto, un altro strappo lo richiamò alla coscienza : capì di vaneggiare, ma ne sorrise : e s'imipose di non discutere la sua decisione, e d'andare a cena un po' fuori d'Aosta. Gli pareva che questo fosse molto difficile, com– portasse un ostacolo e un atto di volontà di superarlo: il suo pen– siero si fil).geva così degli intopipi, e poi per ciascuno una specie d'impeto cieco che lo vinceva. Guardò intorno a sé, si trovò final– mente sveglio: gli rimase solo la decisione, ben determinata, d'an– dare a cena nell'osteria più vicina. Ma il sole era tramontato ap– pena ~llora ; Francesco guardò allato della strada, in fondo al pendìo, il torrente, dove tra greti placidi ed albicanti scorrevano le acque terse, ben colorate d'azzurro, come quelle che il sole ha la sciato da un ipezzo. Pensò di scendervi a riposare. Giunto sul greto, si distese bocconi, sorreggendosi il viso coi pugni chiusi sotto il mento. Risalendo con lo sguardo il torrente giungeva senza ostacoli al San Bernardo e ai primi ghiacciai. Il tramonto li orlava di un chiarore costante, che pareva immobile e, se l'occhio insisteva, ,piuttosto aumentare che estinguersi. Dal ghiacciaio le ombre scen– devano sempre più verso terra, ma non davano gelo, e avevano anzi un richiamo materno. Certo se lassù era freddo, era di quello che stordisce lP membra, e dopo un poco sembra calore. Risali sulla strada che pianeggiava tra i frutteti. Al termine d'un villaggio, un po' discosto dall'abitato, trovò un'osteria, a cui s'accendeva per uno spiazzo vasto. La sala era gremita d'uomini, che oramai finivano di pranzare. Una serva dal viso magro ma tondo, lentigginosa, i capelli attorcigliati sul capo in un'a trec– ciuola interminabile, le spalle acuminate, i movimenti rigidi, si– mile alle donne che portano i panni o il cibo nelle Natività dei pittori fiamminghi, gli venne incontro a chiedergli come volesse i1 pollo, se alla cacciatora, a lesso, o arrosto. La guardò sorpreso : quella spiegò sorridendo che l'osteria era rinomata per il pollamr, e che gli avventori venivano solo per polli. Francesco pensò che lo BibliotecaGino Bianco

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